Città Nuova e gli amici della scuola serale

Quante storie nascono intorno alle nostre riviste e ai nostri libri: incontri, confronti, dialoghi in giro per l'Italia.

Andrea, Arturo, Luca, Enrico e Gianpaolo lavorano in posti diversi come operai e magazzinieri, ma si sono conosciuti frequentando da un paio di anni una scuola serale della loro città. Provengono tutti da famiglie povere, dove non hanno avuto la possibilità di studiare da ragazzi.

Ora, compiendo un grosso sacrificio, da adulti sono tornati sui banchi e si sentono cambiati. Così grandi e grossi mi fanno pensare a dei personaggi usciti dal libro Cuore di Edmondo De Amicis.

È speciale questo loro sogno e bisogno di imparare, di conoscere, di sapere! È proprio vero: il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di lottare per realizzare e vivere i propri sogni. Li ho conosciuti per caso andando a prendere la loro insegnante una sera, per partecipare ad un concerto benefico.

Ci siamo poi trovati ad un incontro a cui li avevo invitati, organizzato un sabato pomeriggio e aperto alla città: così hanno avuto modo di conoscere e di incominciare a leggere la rivista Città Nuova, anzi spesso alcuni articoli diventano occasione di discussione e di  riflessione a scuola.

Così, argomento dopo argomento, si sono aperti a discorsi e a punti di vista diversi, a cui sono molto interessati. Due di loro si sono abbonati alla rivista, ne hanno scaricato l’ APP e sentono di essere entrati in una vastissima cerchia culturale aperta a tutti! Parlando dei  giornalisti di Città Nuova dice Arturo: “Il loro modo di scrivere e di trattare tanti argomenti mi aiuta a sollevarmi con il pensiero, come se prendessi un aereo”. Aggiunge Enrico: “È un aiuto per me poter ascoltare ovunque qualche articolo, anche quando percorro lunghi tratti in autobus o in posti dove  manca il collegamento a Internet”.

E Gianpaolo, il filosofo del gruppo, interviene: “È bellissimo, con i figli adolescenti, poter finalmente non sentirmi ignorante e poter dire la mia parlando di politica, di attualità, di sport, di arte perché CN si occupa di tutto con bravura e obiettività”.

“E per te?”, chiedo a Luca. “Guarda – mi risponde – io sono consapevole della mia enorme ignoranza, perciò sono tornato a studiare a 56 anni, però non mi sento umiliato dalla grande cultura dei giornalisti di questo mensile: è una voce seria, chiara, competente in mezzo a tante voci spesso capaci di creare tanta confusione in testa. Non ha nessun pretesa di insegnare niente, ma intanto mi scava dentro, mi fa nascere delle domande”.

Salutando i miei nuovi amici, penso che le cose più semplici sono le migliori. Mi viene anche in mente una frase letta tempo fa: “Ogniqualvolta cerchiamo di essere migliori di quello che siamo, anche tutto quanto ci circonda diventa migliore insieme a noi”. E Dio sa quanto ce n’è bisogno!

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