Honoris causa e cittadinanza onoraria a Bartolomeo I

Il patriarca di Costantinopoli è stato insignito delle due onorificenze dall’Istituto universitario Sophia e da Loppiano. Papa Francesco ha inviato un messaggio autografo: «Il suo impegno nella promozione della cultura dell’unità, contribuisce al cammino delle nostre chiese verso la piena e visibile unità»
Bartolomeo I

«In nome di Papa Francesco e con l’autorità concessa dalla Santa sede, Bartolomeo I, Patriarca ecumenico e arcivescovo di Costantinopoli, è proclamato all’unanimità, dal Senato dell’Istituto universitario Sophia (IUS), dottore in Cultura dell’Unità per lo straordinario impegno da lui profuso per il raggiungimento della piena e visibile unità di tutti i cristiani a servizio della salvezza della famiglia umana e della custodia di tutto il creato nella luce della preghiera del Signore “che tutti siano uno”». Queste parole trascritte sulla pergamena ufficiale consegnata dal preside della Pontificia università di Loppiano, monsignor Piero Coda, al patriarca sono «un gesto accademico qualificante e solenne nella vita di un’università – ha ricordato Coda – perché si onora la persona che, nella sua esistenza e nel suo impegno in ambito culturale e sociale, interpreta e in qualche modo incarna l’Idea che ispira la specifica indole e la peculiare missione dell’Università che glielo conferisce».

«Tale riconoscimento ha prima di tutto un peculiare valore accademico, per il grande ed evidente contributo che il Patriarca in tutti questi anni ha offerto alle Chiese e a tutta la famiglia umana – ha affermato il cardinale Giuseppe Betori, gran cancelliere dell’IUS ed arcivescovo di Firenze. L’odierno conferimento del dottorato ha poi un’ulteriore valenza, propriamente ecclesiale: quell’unità, infatti, che investe e informa i diversi piani del sapere, e che trova in Dio la sua origine e la sua meta, è non solo il punto di arrivo, ma il punto di partenza del dialogo. E perché il dialogo si traduca in impegno ecumenico è chiamato ad abitare e a muoversi in modo cosciente all’interno di un’unità che di per sé afferma distinzione e pluralità». Il cardinale ha poi letto il messaggio indirizzato da Francesco a Bartolomeo in cui il papa sottolinea che il «doveroso riconoscimento per il suo impegno nella promozione della cultura dell’unità, contribuisce favorevolmente al cammino delle nostre chiese verso la piena e visibile unità, alla quale tendiamo con dedizione e perseveranza”

Tra gli ospiti invitati a dare la loro testimonianza c’è anche Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari e che per vari anni ha vissuto in Turchia e ben conosce il Patriarca. «La stima per la Sua persona ha radici lontane, fin dagli storici incontri fra il venerando Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich a Istanbul negli anni 1967-72, quando al Fanar, Lei, da giovane collaboratore e testimone, partecipava alle straordinarie grazie che lo Spirito Santo elargiva nel cammino di fraternità tra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente», ha esordito la presidente dei Focolari che ha voluto sottolineare la cura di Bartolomeo per le chiese sorelle e i suoi ripetuti incontri con i diversi pontefici che hanno poi trovato esplicito riconoscimento nell’enciclica di papa Francesco, “Laudato sì”, che ha ripreso tanti pensieri del patriarca. «L’apprezzamento accademico dell’Istituto Sophia intende sottolineare il ruolo di spicco che l’Opera di Maria, le attribuisce come personalità spirituale e intellettuale nell’odierno panorama culturale e il valore dato alla sua testimonianza e ai suoi richiami alla giustizia e alla salvaguardia dell’ambiente come casa comune dei popoli. Le siamo grati inoltre – ha conclude Maria Voce – per le autorevoli parole da Lei riservate in molte occasioni al carisma e alla persona di Chiara Lubich e la indica come esempio. Il dialogo è la nostra comune priorità»

L'Auditorium di Loppiano, cittadella dei Focolari dove ha sede l'Istituto Universitario Sophia ha accolto per l’occasione ben 1400 ospiti, tra cui delegati di varie Chiese cristiane orientali, ma anche copti, anglicani, luterani, riformati, valdesi, avventisti, oltre al presidente della regione Toscana, al sindaco di Firenze e di vari comuni del Valdarno.

La lezione magistrale del patriarca di fronte al senato accademico ha ripercorso le tappe storiche e talvolta dolorose del riavvicinamento tra le chiese. «Dalla metà del ‘400 a Costantinopoli, il popolo aveva interiorizzato l’espressione: “Meglio il turbante turco, alla tiara del Papa” – ha ricordato Bartolomeo. La prospettiva che dobbiamo offrire oggi al mondo è quella di formare una cultura di unità nella diversità. Vivere l’unità nella Verità in Cristo significa capire la diversità con l’amore, col dialogo, con la disponibilità». E prosegue sottolineando che «il pluralismo rischia di essere sacrificato in nome di una falsa unità, che vuole l’appiattimento globale in tutte le manifestazioni dell’uomo;  troppe volte in nome della libertà e dei diritti dell’uomo, abbiamo offeso proprio ciò che volevamo difendere». «I valori tradizionali – conclude – paiono obsoleti di fronte ad una cultura che vuole uniformare, o meglio appiattire tutte le diversità, Le Chiese Cristiane vengono considerate superate di fronte a proposte di un latente panteismo che poggia sulle debolezze umane. E ancora la negazione dell’essere di Dio, diviene ideologia infamante, fanatismo becero la cui soluzione è una società in cui non vi è più spazio per l’alterità e la diversità». A conclusione dell’esposizione oltre agli applausi scroscianti è stata conferita alPatriarca la cittadinanza onoraria della cittadella di Loppiano come sognato già da Chiara Lubich per il predecessore Athenagoras.

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