Ho amici in paradiso
Sono iniziate le riprese di “Ho amici in paradiso”, il nuovo film dell’attore e regista salentino Fabrizio Maria Cortese in coproduzione con Golden Hour Film e Rai Cinema, che vede protagonisti otto ragazzi del Centro “Don Guanella”, affetti da disabilità mentali e fisiche.
«Una commedia dolce/amara – come la descrive don Pino Venerito, direttore del Centro – che vuole raccontare uno spaccato civile di questo posto, non un mondo onirico e ovattato ma il mondo reale».
Il cast artistico è formato da: Carmelina (Daniela Cotogni) ragazza affetta da sindrome di down, Salvatore (Paolo Mazzarese) e Marcello (Giorgio Mazzarese) affetti da gigantismo, Natale ( Michele Iannaccone) con disabilità mentali, Giacomo (Mariano Belvedere) affetto dal morbo di Pot, Fabrizio (Stefano Scarfini) ossessivo compulsivo, Nicola (Rrok Keci) paraplegico e Roberto (Paolo Silo) che soffre di epilessia.
I ragazzi, scelti per il loro interesse nel mondo del cinema e del teatro, hanno incontrato il regista due anni fa e da quel momento è iniziata un’esperienza faticosa, formativa e bellissima. Alla conferenza stampa di presentazione del film, è intervenuta anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha commentato:«“Purtroppo abbiamo un aumento della demenza infantile e il compito dello Stato è intervenire dove non possono intervenire gli altri. Noi ci siamo occupati della parte finanziaria ma dobbiamo occuparci della rete territoriale e del dialogo fondamentale tra assistenza sanitaria e socio assistenza, perchè solo con percorsi di continuità si possono aiutare i disabili ad essere autonomi».
A proposito del progetto di Cortese, il ministro ha voluto complimentarsi con il regista: «Questo è un film coraggioso, che provoca e che parla alle persone della normalità della disabilità». A mons. Nunzio Galantino, che conosce bene il lavoro del “Don Guanella”, abbiamo chiesto se questo film può essere un modo per mettere in pratica le parole di Papa Francesco quando parla dell’importanza di creare ponti e legami: «Certo, questo non è solo un modo per mettere in pratica le parole di papa Francesco ma è un modo per rendere ragione all’umanità perché tutti hanno diritto di esprimersi per quello che sono e quello che hanno e queste persone hanno non solo come noi ma molte volte hanno molto più di noi e parlo in termini di sensibilità, attenzione e delicatezza».
Tutto nasce a causa di un incidente drammatico che coinvolge un amico del regista, ma quando le porte del Don Guanella si aprono, per Cortese inizia il viaggio in una realtà fino a quel momento sconosciuta ed è questa esperienza ad ispirarlo.
Il film parla del cambiamento di Felice Castriota, un commercialista salentino, uomo superficiale abituato a vivere nel lusso e nell’egoismo, che per arricchirsi velocemente decide di riciclare i soldi della malavita. Ma quando la sua attività illecita viene scoperta, Felice viene affidato ai servizi sociali e mandato al “Don Guanella” dove entra a contatto con una realtà completamente diversa dalla sua. Qui, il protagonista, si trova ad avere a che fare con persone che hanno menomazioni fisiche e intellettive ma che pian piano entrano a far parte della sua quotidianità, diventando la sua vera famiglia e trasformandolo in un Uomo.
Cortese, sulla scia di film come “Quasi amici” e “La famiglia Belier”, che affrontano il tema della disabilità con leggerezza, ha deciso di far riflettere il suo pubblico attraverso un film divertente che non lascia spazio ai pietismi e alla strumentalizzazione ma da l’opportunità ai ragazzi affetti da disabilità fisiche e mentali di esprimere se stessi e raccontare dall’interno la propria realtà. I protagonisti sono rimasti entusiasti dell’opportunità e così Michele, che nel film interpreta Natale, ci prova: «Dopo Don Matteo e Braccialetti Rossi, sarebbe bello iniziare anche con noi una nuova serie televisiva che porterebbe in tv un pezzetto di questo angolo di paradiso».