Hero
Questa volta Zhang Yimou affronta il genere del wuxia, fantasia di arti guerriere. Ma dà spazio agli atteggiamenti dell’intelletto e allo scontro tra le potenze della mente. Rende omaggio a Kurosawa, sia adottando la struttura narrativa di Rashomon, che raccontava più volte la stessa storia in modi diversi, sia imitandone l’attenzione ai colori. Anzi, portandone l’uso alle estreme conseguenze, come elementi espressivi accanto alle geometrie delle scene di massa, alla dilatazione dei tempi e alla cura dei suoni. Ma rispetto a Kurosawa, che prediligeva denunciare la tragicità degli eventi storici affrontati, Yimou adotta una visione più complessa, che punta a svelare qualcosa che sta alla base dell’ordinamento sociale. Per comunicare il controllo delle emozioni anche agli spettatori, egli trascura il realismo fisico in favore dei significati simbolici, non mostrando il sangue, facendo volare i guerrieri e trasformando i combattimenti in eleganti balletti, con effetti visivi di straordinaria bellezza. La spada simboleggia l’intelligenza, che penetra con l’intuito fino a distinguere il bene dal male ed opera scelte coraggiose fino al sacrificio. L’arte di maneggiarla è simile a quella di scriverne la parola ed esistono modi diversi di disegnarla. L’ideogramma, tracciato questa volta, ha in sé qualcosa di originale. Con sensibilità tutta moderna, Yimou indica che in quel lontano passato cominciò ad emergere l’esigenza che cessasse la guerra e che la pace raccogliesse sette regioni sotto un unico cielo. I protagonisti, artisti della spada, sono eroi generosi fino all’autoimmolazione. Mentre al re, incapace di offrire la pace con un’iniziativa propria, non resta che usare al meglio la generosa occasione offertagli, ricorrendo ai metodi repressivi del tempo. In questo modo l’autore scandaglia con lucidità le origini della Cina, mettendo in luce il meccanismo sacrificale, presente nella fondazione dell’impero, e la generosità delle vittime. Così il grande regista cinese, sotto l’eleganza di un gioco irreale, indica le dinamiche profonde delle migliori energie umane. Regia di Zhang Yimou; con Jet Li, Tony Leung, Maggie Cheung, Donnie Yen, Daoming Chen.