Secondo episodio del racconto di J.K.Rowling, tradotto fedelmente in pellicola da Chris Columbus, lo stesso regista del primo. Più elaborato e ricco di avvenimenti, forse un po’ troppo, ripropone con efficacia l’atmosfera misteriosa della scuola di Hogwarts, con gli ambienti gotici pullulanti di stranezze e sortilegi. Il prodotto è indirizzato ai più giovani, ma i più piccoli è bene siano accompagnati dai genitori. Li mette, infatti, di fronte a immagini che evocano le paure di certe favole. Harry Potter è l’eroe che introduce al mondo oscuro del castello con coraggio e intraprendenza, puntando al cuore del male stesso. È cresciuto e si trova a dover affrontare la parte sconosciuta della propria personalità. Essa si manifesta, durante un confronto di magia, con la trasformazione spontanea della voce, che inizia ad esprimersi nella lingua delle serpi. La figura complessa del ragazzo, fuori del comune anche all’interno della categoria dei maghi apprendisti, esercita un certo fascino, perché egli è destinato ad affrontare qualcosa di terribile per tutti: un serpente gigantesco che pietrifica e uccide. La suspense da giallo e una leggera sensazione di incubo circondano i personaggi, ben caratterizzati: sia gli alunni, simpatici i più, sia gli insegnanti, molto anziani e pieni di conoscenze arcane o giovani, ma vanitosi, o perfidamente ostili. In un’affascinante biblioteca antica c’è un diario che assorbe le righe scritte, ma può rispondere alle domande… Siamo davanti ad un prodotto dell’immaginario di oggi, che fa rivivere elementi dei miti classici, alternandoli a quelli favolistici e alla più recente fantascienza. Il film può interessare anche un adulto, soprattutto se dà importanza a questi aspetti e riconosce l’archetipica lotta dell’animo umano, che procede nei gradi della maturazione, vincendo paure e pericoli. Regia di Chris Columbus; con Daniel Radcliffe, Richard Harris, Kenneth Branagh, Emma Watson. Raffaele Demaria