Harry Potter e i doni della morte – Parte II
Sarà anche l’ultimo film, ma qualcosa ci dice che il fenomeno Harry Potter non si fermerà qui.
Sette libri tradotti in oltre cinquanta lingue per cinquecento milioni di copie vendute, oltre a otto film che hanno incassato più di sei miliardi di dollari: sono cifre che fanno di Harry Potter il fenomeno globale per eccellenza. Un successo motivato da tanti fattori, non ultimo l’abilità della Rowling di riuscire ad appassionare una platea assolutamente trasversale grazie alla sua capacità di moltiplicare i piani di lettura e catturare tanto i più piccoli, con il mistero e la magia, tanto il pubblico adulto, con riferimenti puntuali e niente affatto banali ai temi di attualità.
E se l’ottavo e ultimo capitolo della saga cinematografica presenta, inevitabilmente, i difetti tipici dei film di questo tipo, primo fra tutti la disgregazione narrativa caratteristica dei prodotti seriali, è vero anche che riesce in parte a sublimarli attraverso l’epica e l’intensità visiva, riuscendo a evitare miracolosamente le trappole del didascalismo. La battaglia di Hogwarts, da questo punto di vista, è emblematica: difficile da comprendere in tutti i suoi dettagli senza una conoscenza approfondita dell’universo potteriano, colpisce e appassiona comunque per la sua potenza visionaria e i rimandi, niente affatto velati, sia alla seconda guerra mondiale che ai recenti conflitti in Iraq. Sarà anche l’ultimo film, ma qualcosa ci dice che il fenomeno Harry Potter non si fermerà qui.
Regia di David Yates; con Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Alan Rickman, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, Tom Felton.
Valutazione della commissione nazionale film: Consigliabile, problematico.