Harry Potter e i doni della morte – Parte I
Pur potendo giostrare con ambientazioni e personaggi non più limitati al microcosmo di Hogwarts, il film è povero di idee.
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Probabilmente spezzare in due l’ultimo atto della saga della Rowling ha incrinato un meccanismo narrativo che aveva funzionato più che bene. Forse ha giocato a sfavore anche la mancanza di stimoli: chi ha visto i precedenti capitoli non perderà gli ultimi due; chi non li ha visti, non vedrà neppure questi. Fatto sta che, pur potendo giostrare con ambientazioni e personaggi non più limitati al microcosmo di Hogwarts, il film è povero di idee. Quando la storia sembra decollare, la suspense svanisce come i protagonisti, condannati come gli spettatori a lunghe soste in tenda. Il tono è cupo, ma senza inquietudine e le venature horror si limitano a qualche scena di maniera. Non ci resta che sperare nel gran finale.
Regia di David Yates; con Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes.
Valutazione della Commissione nazionale film: complesso, problematico.