Hanno rubato il Natale

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Era felice, una volta, il paese del Regno Nonlontano, dove la natura era molto generosa; la gente era in pace e il sole vi splendeva quasi tutto l’anno. Infatti, da quando Re Saggio aveva stabilito che tutti dovevano aiutarsi fra loro, i sudditi avevano scoperto il segreto della felicità. Da un po’ di tempo però non era più così. Un Mago Misterioso vi era penetrato e si era sistemato in un vecchio maniero. Da quel giorno erano cominciati i guai perché lui si impossessava di tutto quanto vedeva e gli piaceva. Eppure non era ancora contento. Si era accorto che le persone avevano una cosa che a lui mancava, l’unica cosa che non era capace di rubare: il cuore, che serve per amare. Infatti, venne fuori che si chiamava proprio: SENZACUORE! Senzacuore era molto invidioso. Chissà cosa si prova ad avere un cuore!…, pensava. E un giorno dichiarò: Da oggi è proibito usare il vostro cuore! Chi fosse scoperto verrà punito severamente!. E siccome era un mago, a ogni suddito che vedeva gli congelava il cuore. Ma non bastava: fece sparire pure quello che era stato costruito con amore. Un brutto mattino l’ospedale e la casa di riposo non si trovarono più e i malati rimasero per strada. Del ponte per passare il fiume non c’era neanche l’ombra. Al posto della chiesa videro un’enorme buca, e persino le bellissime opere d’arte erano sparite dal museo. I bambini andarono a scuola, e trovarono le maestre tutte rabbuiate che davano ordini e tanti compiti da fare. Le mamme non potevano cullare i propri bambini quando piangevano e i papà litigavano con le mamme. Qualcuno cominciava a rubare… Insomma, era un vero disastro! Perfino il sole sembrava triste per questa situazione ed era diventato tutto pallido. L’inverno arrivava e cominciava l’attesa del Natale. Ma quell’anno non scendevano più gli zampognari dai monti a suonare le loro dolci musiche e in paese non si preparava nessun segno di festa. Era successo che anche il Natale era stato rubato e nessuno sapeva dove l’avessero portato. Dobbiamo far qualcosa amici – si dissero un giorno i bambini più furbi che erano riusciti a non farsi congelare il cuore -. Qui va sempre peggio e dobbiamo salvare il Natale! Noi che ce l’abbiamo ancora il cuore: perché non lo usiamo per aiutare chi ce l’ha con gelato?. Sì!, risposero in coro e cominciarono a darsi da fare. Giorgetto arrivò a casa, salutò la mamma e prese ad aiutarla a preparar la tavola. Francesca fece compagnia al fratellino che piangeva. Ci vado volentieri io a comprarti il giornale!, disse Daniele al papà, lasciandolo stupito. E sapete cosa successe? Il cuore della mamma presto si scongelò e lei sorrise felice. Così avvenne anche al fratellino di Francesca e al papà di Daniele. Dobbiamo occuparci anche degli anziani rimasti senza casa! , dichiarò Fanny, che voleva molto bene ai suoi nonni. Si misero in cerca di loro e li trovarono che chiedevano l’elemosina agli angoli delle strade. Sottobraccio, ognuno se ne portò uno con sé per dargli una stanzetta e accoglierlo in famiglia. Il giorno dopo a scuola salutarono per bene le maestre e aiutarono i compagni durante le lezioni. E funzionò anche lì: le maestre cominciarono a sorridere e ad essere gentili perché il loro cuore riprendeva a battere! Arrivò la sera e Francesca, Giorgetto, Daniele e tutti gli altri provavano una grande felicità. Ma c’era ancora un grande problema. Cosa facciamo con Mago Senzacuore? . Ho un’idea!, esclamò Lauretta. Perché non prendiamo ciascuno un pezzetto del nostro e glielo doniamo prima che si accorga di ciò che abbiamo fatto?. Sì, che bella idea!, approvarono tutti, e composero un cuore che risultò ancora più grande del loro. Fecero un bel pacchetto con fiocco, carta colorata, e scrissero un bigliettino: A Mago Senzacuore, con sincero affetto. Il mattino dopo Senzacuore trovò nella posta il misterioso pacco. Chi sarà mai che me lo manda? Nessuno mi ha mai regalato niente!. Scartò e… rimase a bocca aperta. Cosa vedono i miei occhi! È proprio un cuore… quello che tanto desideravo!. Subito se lo mise al posto giusto ed esso cominciò a battere regolare. Il Mago si mise a saltellare dalla gioia, uscì dal suo maniero e scese per le strade a ringraziar la gente. La sorpresa corse come un brivido per il paese. E non solo. Zac! Zac! Zac! Riapparve l’ospedale, e subito dopo il ponte, i quadri nel museo, la chiesa e la casa di riposo…! Indescrivibile la gioia e la festa tutto il giorno. Era di nuovo sera. Il cielo si era fatto di un blu scuro trapunto di stelle palpitanti. Ma quella è la Stella Cometa!, gridarono i bambini che guardavano in su. Sta tornando il Natale!. Il Paradiso scendeva sulla terra, Gesù nasceva dovunque trovava amore. Sembrava che le stelle si specchiassero quaggiù nelle luci delle case, nel paese divenuto un grande presepio. E quello fu un vero Natale, il Natale più bello che la gente di lì aveva mai vissuto.

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