Handicap ed internet

A proposito del gruppo su Facebook contro i bambini down.
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«Ragazzi ho trovato un gruppo che discrimina le persone affette dalla sindrome di down. Aiutatemi a farlo chiudere. Dopo il successo avuto su quello contro i sardi, cerchiamo di ottenerlo pure qua. Un grazie di cuore a tutti quelli che s’iscriveranno». È uno dei tanti annunci che ricevo quotidianamente sulla mia home page di Facebook. Ancora una volta si utilizza uno strumento ad ampia diffusione per trasmettere messaggi negativi, per inneggiare alla discriminazione, anche violenta. Non si tratta, oggi, di colore della pelle o di credo religioso, bensì sotto la lente d’ingrandimento si trovano bambini affetti da sindrome di down. E basta questo per negare un po’ d’amore e di calore umano?

 

Il Forum delle associazioni familiari non resta a guardare o a “navigare”: «Non è tollerabile – così si esprime il presidente Francesco Belletti – che il disprezzo della dignità della persona umana si esprima senza conseguenze. Vi sono migliaia di famiglie che accolgono i propri figli disabili ed oggi sono ferite nella loro vita quotidiana: quelle famiglie che riescono a dire, con coraggio e dignità, che i loro figli disabili non sono un problema, ma sono il loro tesoro più grande. A queste famiglie il Forum è e sarà sempre vicino, oltre la solidarietà, nella compagnia e nella condivisione: anche così si combatte la violenza, l’idiozia e la barbarie di questi terribili tempi».

 

Quello di internet è un problema serio: certamente ognuno può liberamente esprimersi, ma quali sono i limiti? Sul web chiunque può aprire e chiudere un blog, dire tutto e il contrario di tutto, ma poi spesso – troppo spesso ultimamente – si utilizza tale strumento nella sua veste più malvagia. Sì, si adopera un social network, come è il caso di facebook, non tanto come piazza virtuale per incontrarsi, conoscersi, chiacchierare e magari anche prendere un caffè assieme, bensì per insultare, urlare, attaccare – e in questo i nostri politici sono sempre in pole position – qualcuno che magari non conosciamo nemmeno o che magari ci dà fastidio proprio perché ignoriamo la sua ricchezza per l’umanità intera.

 

Il “gruppo” per “dare la caccia” ai down è stato nel frattempo oscurato, e meno male. Ma il forum delle associazioni famigliari chiede meccanismi di vigilanza più efficaci sulla rete, proprio «per impedire – continua Belletti – che le persone più fragili e indifese vengano ulteriormente violate».

 

Penso al messaggio che mi è stato inviato e mi fa piacere che c’è qualcuno che ha ancora il coraggio di utilizzare i pochi strumenti che ha a disposizione per contribuire a un mondo più giusto, più sano, più bello. C’è ancora chi, contrariamente alla moda attuale, dice il proprio pensiero per combattere una mentalità negativa, per dichiararsi a favore della vita.

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