Hanau, strage senza senso
Giovedì sera, in più di cinquanta città tedesche migliaia di cittadini si sono radunati in segno di solidarietà con le vittime della strage di Hanau di mercoledì sera e con le loro famiglie e vicini. Una giornata in cui, in tutto lo Stato tedesco, è stato applicato l’imbandieramento a lutto. A Hanau stesso in un’onoranza funebre apposita, il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier ha richiamato il dovere di mostrare la coesione della società e di avere riguardo l’uno per l’altro: «Non ci facciamo intimidire, non ci separiamo», ha affermato.
A Hanau, città a 25 chilometri da Francoforte con pressoché 100 mila abitanti, mercoledì sera un uomo tedesco di 43 anni aveva sparato in due bar per narghilè (la pipa ad acqua del Sud del Mediterraneo) uccidendo nove persone tra i 21 e i 44 anni, tutte di origine straniera. Più tardi ha ucciso sua madre prima di porre fine ai propri giorni. Sulla sua pagina web sono stati trovati un suo proclama e alcuni messaggi video che, secondo il procuratore generale Peter Frank, dimostrano un atteggiamento profondamente razzista. La procura della Repubblica sta indagando per un sospetto atto di terrorismo.
Numerosi politici di partiti diversi hanno espresso la loro indignazione per questo atto spaventoso, ovviamente frutto di un crescente odio e di un razzismo che si fa violento. La cancelliera Angela Merkel ha definito l’odio e il razzismo come «un veleno» esistente nella società che avrebbe già causato troppe vittime, ricordando la serie di omicidi causati dal gruppo di estrema destra Nsu, attivi tra il 1998 e il 2011, e l’omicidio del politico Walter Lübcke e l’attacco contro una sinagoga a Halle ambedue lo scorso anno. Sono passati soltanto pochi giorni da quando dei giudici istruttori hanno emanato dodici mandati di cattura contro membri di una presupposta cellula terroristica di estrema destra.