Haiti, un anno dopo
A Roma, nell'anniversario del terremoto sull'isola caraibica, una celebrazione presieduta dal cardinal Bertone. «Operare concretamente per una solidarietà stabile». Le azioni dell'Amu
Un terremoto e cinquanta scosse successive. Tante sono state quelle che hanno drammaticamente raso al suolo l’isola caraibica di Haiti esattamente un anno fa, il 12 Gennaio 2010. Uno dei paesi più poveri al mondo è stato così devastato, con oltre 200.000 morti e un milione di senzatetto. In più, come se non bastasse, un’epidemia di colera dallo scorso ottobre ha ucciso quasi 3.800 persone.
A Roma è presente una comunità haitiana abbastanza folta. Sono i loro visi commossi, i loro sguardi intensi in perenne ricerca di una caparbia speranza, i veri protagonisti della celebrazione che si è tenuta mercoledì 12 Gennaio 2011 nella basilica papale di Santa Maria Maggiore.
Sono accorsi qui in tanti per ricordare il primo anniversario della tragedia, ma soprattutto per affidare a Dio l’opera di ricostruzione e i connazionali che hanno perso la vita. Fra questi anche l’arcivescovo di Port-au-Prince, monsignor Joseph Serge Miot, caduto sotto le macerie.
A presiedere il rito è stato il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, alla presenza di varie autorità e del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, con l’ambasciatore haitiano Jean-Henri Guiteau in testa.
Il Cardinale Bertone ha espresso innanzitutto la sollecitudine della Chiesa per Haiti, con la vicinanza spirituale di Benedetto XVI che fin dall’inizio ha inviato i suoi aiuti concreti; anche in queste ore, il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, è tra le popolazioni dell’isola per portare un messaggio di speranza e un aiuto concreto proprio da parte del Papa. Una celebrazione semplice e allo stesso tempo solenne, durante la quale non sono mancati momenti di forte commozione, sottolineati da una struggente esecuzione di musica sacra da parte della Cappella musicale liberiana.
Ma è la concretezza il taglio scelto dal cardinale per la sua omelia, durante la quale ha ricordato l’esortazione del Papa alla comunità internazionale per“promuovere e portare avanti ogni utile iniziativa per contribuire in modo solidale e fraterno alla piena rinascita di quella cara popolazione”. Bertone si è fatto portavoce di Benedetto XVI, ricordando che “la risposta concreta e visibile ai bisogni della popolazione passa attraverso la solidarietà di tutti i figli della Chiesa; solidarietà che non può limitarsi all’emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto”.
Ed è interessante notare che proprio con questo stile stanno lavorando tante persone di associazioni di volontariato diverse, e delle organizzazioni non governative.
Ad Haiti è presente anche AMU (Azione Mondo Unito), il cui impegno si accompagna a quello delle altre NGO che lavorano sull’isola. Il loro operato è forse tra i più preziosi, perchè si attiva non più nel momento dell’emergenza, ma successivamente, quando l’attenzione dell’opinione pubblica si affievolisce, rischiando di vanificare i successi iniziali.
Attraverso la locale associazione Action contre la Pauvreté du Nord Est (PACNE), AMU,insieme al Movimento Famiglie Nuove e Giovani per un Mondo Unito, ha sostenuto il progetto per la costruzione di un centro di accoglienza per gli sfollati. I lavori sono in stato oramai avanzato e si sta procedendo all’installazione dei servizi.
Nella selezione dei beneficiari del progetto, la priorità verrà data alle persone più bisognose tra quelle che, avendo perso tutto, sono fuggite a Mont Organisé, la località dove si trova oggi il cantiere. Una peculiarità del caso è che quando le stesse persone potranno far rientro in città o in abitazioni più definitive, la struttura potrà essere usata per ospitare anziani, infermi, o comunque persone sole. Un primo passo concreto verso la rinascita.