Ha pianto con noi

Il papa ha incontrato le vittime degli abusi per 45 minuti. «Ora potrò tornare alla fede», ha detto uno dei presenti.
papa malta

«Era commosso e piangeva con noi». Così si è espressa una delle vittime di sacerdoti pedofili all’uscita dell’incontro con il Papa. Erano in 8 all’appuntamento in nunziatura, vicino Rabat. Lontano dai media e a porte chiuse, Benedetto XVI ha voluto conoscere le loro storie e ascoltarli. Ha iniziato e concluso l’incontro con una preghiera in ginocchio, in un clima di grande serenità, ma anche di dolore. Ai microfoni delle televisioni accorse sul posto alcuni hanno detto esplicitamente che li ha sorpresi scorgere commozione nel papa e nei due vescovi presenti. Tutti si sono sentiti capiti e rassicurati. «Ha sentito il nostro dolore fino in fondo», ha dichiarato uno dei presenti. E qualcuno ha affermato esplicitamente che tornerà alla fede.

Intanto Benedetto XVI ha garantito che saranno presi adeguati provvedimenti per impedire che altri giovani soffrano. Fuori dalla nunziatura gli otto uomini si sono presentati con al collo il rosario donato loro dal papa, anche loro visibilmente colpiti da questo incontro inatteso. Le vittime incontrate risiedevano in un orfanotrofio che negli anni Ottanta è stato teatro di episodi di pedofilia. In tutto i casi accertati sono stati 11, ma solo 8 si sono resi disponibili a questo momento con il papa. Il vescovo di Malta Paul Cremona li aveva già incontrati martedì scorso, quando avevano espresso il desiderio di un appuntamento con Benedetto XVI. Bisogna specificare che la chiesa maltese dal 1999 ha dato vita ad una commissione esterna (Response Team) presieduta da un giudice indipendente che ha cominciato ad indagare sui casi di pedofilia all’interno delle istituzioni ecclesiastiche. I casi sospetti rilevati sono stati circa 45 dal 1960 ad oggi. Sono stati aperti 13 provvedimenti contro sacerdoti, ma solo 4 sono risultati effettivamente colpevoli e quindi deferiti dalle loro funzioni. La nuova lettera del Papa in cui si prevede l’intervento della giustizia ordinaria ha automaticamente soppresso la funzione della commissione.

Le ombre sulla chiesa gettate dallo scandalo della pedofilia non sono state taciute durante le tappe del viaggio maltese. Ne hanno parlato il capo dello Stato George Abela, il vescovo Paul Cremona e persino una delle preghiere dell’incontro con i giovani è stata dedicata alle vittime degli abusi. Il papa poi ha richiamato i sacerdoti alla loro vocazione autentica «essere missionari di gioia» e sempre ai giovani ha ribadito che «quando Dio ci richiama perché qualche cosa nelle nostre vite dispiace a lui, non ci rifiuta, ma ci chiede di cambiare. Dio non rifiuta nessuno». Ecco cosa è stato questo incontro: la prova che si può cambiare senza rifiutare ed essere rifiutati e che il perdono, esperienza evangelica radicale, lascia alla fine tutti disarmati.

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