Guido Cantelli, un vulcano sul podio
Ieri, 27 aprile, nasceva cent’anni fa a Novara Guido Cantelli. Certo, le giovani generazioni di musicisti e di appassionati ne hanno forse un ricordo vago, affidato alle incisioni rimaste.
Non troppe, perché il direttore dallo sguardo deciso, amato dal vecchio Toscanini come un figlio e un erede, è scomparso tragicamente nell’incidente aereo del volo Roma-New York a soli 36 anni. Lasciava la moglie Iris e i l figlio Leonardo di cinque mesi.
Non aveva avuto una vita facile. Dopo l’8 settembre era finito internato in un campo di lavoro in Polonia. Tornato in Italia era stato ricoverato nel sanatorio di Bolzano, da cui era fuggito in bicicletta verso Novara, rimanendo nascosto per alcuni mesi.
A Milano, la Scala era stata bombardata. Lui diresse un concerto nel cortile del Castello Sforzesco. Toscanini lo conobbe, si rivide in lui da giovane: determinato, studioso, orecchio infallibile, memoria prodigiosa, gesto comunicativo, fisico asciutto. “Ho il cuore di un vulcano e un cervello di ghiaccio”, diceva di sé. Amava l’America dove diresse l’orchestra delle NBC.
A Milano aprì la Piccola Scala con una memorabile “Così fan tutte” di Mozart. Ascoltate oggi le sue interpretazioni vibrano per chiarezza, precisione, luce, scatto giovanile. Sarebbe stato un grandissimo, invece durò solo dal 1949 al 1956. Quando morì, nessuno ebbe il coraggio d i dirlo a Toscanini.
Un musicista geniale, “mostrato” a noi, quasi ad aprire una nuova generazione di direttori appassionati e precisi, un po’ come Riccardo Muti che a 26 anni ha vinto il premio Cantelli per la direzione d’orchestra, rinato oggi dopo 40 anni di pausa e che verrà ospitato al Teatro Coccia a Novara (per informazioni: press&premiocantelli.it) per ricordare il “fanciullo degli dei” come lo chiamava il grande soprano Elisabeth Schwarzkopf . Per ascoltare le sue incisioni: Youtube o il cofanetto Warner di 10 cd.