Guerra in Ucraina, Piero Coda: La preghiera è l’arma più potente

Ha senso continuare a pregare quando sembra che Dio non ci ascolti? E come vivere la divisione tra le Chiese? Una videorisposta del teologo Piero Coda, segretario della Commissione teologica internazionale.

Stiamo assistendo ad una guerra, quella in Ucraina, che non ci saremmo mai aspettati di veder scoppiare. In tanti Paesi del mondo si sta pregando con fede intensa affinché torni la pace, eppure sembra che le preghiere – sollecitate da papa Francesco e dai rappresentanti di altre religioni – non producano l’effetto sperato. La guerra non è finita e non si sa quando si riuscirà a trovare un vero accordo.

Ma allora, ha senso pregare? E come un credente può affrontare la divisione tra le Chiese che è emersa con la guerra? Lo abbiamo chiesto a Piero Coda, docente dell’Istituto universitario Sophia e segretario della Commissione teologica internazionale. Il teologo ci spiega che stiamo vivendo l’angoscia profonda che anche Gesù aveva provato prima di essere crocifisso. Tuttavia – aggiunge – bisogna avere fiducia illimitata nell’amore di Dio…. La preghiera non è inutile, è l’arma più potente“. Bisogna credere nell’amore. Ascolta la risposta integrale di Piero Coda.

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