Guerra in Ucraina: “abbiamo accolto in casa nostra una mamma con due figli”
“Dacché c’è la guerra in Ucraina siamo stati coinvolti nella raccolta di cibi e vestiario e nell’accoglienza dei profughi. In parrocchia è iniziata anche una catena di preghiere per la pace. Noi abbiamo accolto una mamma con due figli. Per la lingua, sulla base del ceppo slavo, non ci sono stati problemi, anche se l’inglese è quasi un esperanto…
Ma come organizzare la vita a persone completamente disorientate? In famiglia siamo già in cinque e per gli ospiti abbiamo chiesto aiuti a parenti e amici. Si trattava di organizzare anche gli spazi, un’esperienza mai fatta. Dopo i primi giorni, facili per la novità ma difficili per il resto, abbiamo notato nei nostri figli, tutti adolescenti, un senso di responsabilità che prima non avevano mostrato: aiuto nelle faccende domestiche, fare la spesa, accompagnare dal medico qualcuno, insegnare qualche parola slovacca, cucinare, stirare…
Il dolore dei nostri ospiti è la sospensione, la mancanza di orizzonte. È un dolore sordo che ci aiuta a vivere meglio la nostra fede e a trasformarla in carità sempre nuova”.
J. e K. – Slovacchia
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