Guerra civile in Siria
Pro o contro Assad?
«Leggo con un certo stupore l'articolo di Alberto Barlocci. Non sono esperto di politica e seguo la situazione siriana attraverso i notiziari tv. Contrariamente a quanto avviene normalmente quando si vengono a creare situazioni di tensione nei Paesi del Medio Oriente, questa volta anche Russia e Cina hanno riconosciuto i crimini compiuti contro il suo popolo dal regime di Assad. Mi sorprende la vostra posizione che attribuisce in gran parte le cause della situazione creatasi agli americani.
«L'impressione che ho ricavato leggendo l'articolo è di grande confusione. Unitamente all’esposizione delle diatribe interne dovute a lotte di carattere religioso tra sciiti e sunniti, che si intrecciano con interessi economici occidentali (peraltro presenti in tutte le parti del mondo), l'autore non mi ha fatto capire cosa si sarebbe dovuto fare secondo lui per evitare questa carneficina. Sembra quasi che Assad sia parzialmente giustificato nel difendere il suo potere uccidendo i concittadini. Sua Beatitudine Gregorius III insinua l'idea del complotto contro Assad, parla di elezioni possibili; quando mai in quei Paesi le elezioni indette da un dittatore hanno portato a soluzioni? Perché le elezioni Assad non le ha indette?
«A proposito di Assad non avevo compreso che eravamo in presenza di un grande statista pronto a sacrificare sé stesso per il suo popolo. Le considerazioni dell'autore dell'articolo mi sembrano un po' semplicistiche e qualunquiste, allineate su certe posizioni che siamo abituati a sentire dagli antiamericanisti di sinistra».
Gentile lettore, la prego di leggere quanto pubblicato da Michele Zanzucchi sul sito web il 20 marzo scorso col titolo "Difendiamo i dittatori?". Nostro dovere è quello di informarci, ma con fonti dirette. La confusione a cui accenna forse proviene proprio dalla diffusione di notizie almeno tendenziose e spessissimo acritiche, che prendono per vero la versione che si vuole offrire sul regime siriano, spesso proveniente dalla parte ribelle. In realtà le due parti hanno perpetrato massacri, come ha stabilito il gruppo di osservatori inviato dalla Lega Araba tra dicembre e gennaio.
L'articolo, che in nessun momento tratta Assad da grande statista, ha messo in luce con dovizia di fonti: 1) che il conflitto ha le sue radici in scontri tra sciiti e sunniti, il che non è secondario; 2) che per scatenare la guerra civile l'Occidente è ricorso persino a gruppi legati ad AlQaeda; 3) che esistono altri interessi tesi a destabilizzare la Siria in funzione antiiraniana.
Se l'Occidente crede di servire la pace e la democrazia ricorrendo a questi mezzi, si sbaglia di grosso. In Irak e in Afghanistan i risultati sono evidenti. È difficile stabilire cosa andava fatto in Siria. Di certo non andava provocata questa dolorosa guerra. Chi l'ha permesso, anche in questo caso, non è certo un grande statista. (a.b.)