Guatemala. Annullata la condanna a Ríos Montt
La Corte Costituzionale del Guatemala ha annullato la sentenza di condanna emessa da un tribunale penale nei confronti dell’ex dittatore Efraín Ríos Montt, dopo una votazione che si è conclusa con tre voti favorevoli e due contrari.
Ríos Montt era stato condannato lo scorso 8 maggio a 80 anni di prigione per i delitti di genocidio e di lesa umanità. Davanti al tribunale sono sfilati per settimane i testimoni di decine di massacri di indigeni maya-ixil, le principali vittime della repressione avvenuta durante il governo di Ríos Montt tra il 1982 ed il 1983. Villaggi incendiati, sequestri illegali, fucilazioni sommarie e centinaia di casi di tortura e di violenza sessuale contro le donne, anche anziane e bambine. Crimini efferati, che hanno portato, in base alla documentazione raccolta, alla morte di 1.771 ixil.
Durante il dibattimento, un testimone ha chiamato in causa perfino l’attuale presidente guatemalteco, Otto Pérez Molina, che all’epoca dei fatti rivestiva il grado di maggiore dell’esercito, segnalato di aver coordinato la violenza contro gli ixil nel quadro della strategia adottata, destinata a fare “terra bruciata” attorno al gruppo etnico, accusato di alimentare le file della guerriglia sovversiva. Il conflitto interno al Guatemala è durato dal 1960 al 1996, causando 200 mila morti.
Secondo la Corte Costituzionale, il tribunale giudicante non ha preso in considerazione la ricusazione dei giudici presentata dal difensore di Ríos Montt. Il 18 aprile scorso, per tale ragione, il processo venne sospeso. Prima di riprendere i lavori, i giudici avrebbero dovuto ammettere il ricorso della difesa. Invece, secondo l’opinione della Corte, il processo è andato avanti irregolarmente, arrivando addirittura all'emissione della sentenza. Pertanto il dibattimento, secondo quanto stabilito dalla tribunale Costituzionale, dovrà riprendere dal punto in cui si era arrivati il18 aprile.
Il clima attorno a questo giudizio, il primo nei confronti di un ex dittatore centro-americano, è particolarmente pesante. Organizzazioni legate ai militari hanno fatto esplicite minacce nei confronti dei giudici della causa, mentre gruppi di destra, e in particolare quello che riunisce industriali, commercianti e agricoltori – si sono pronunciati in difesa dei militari accusati.
Non è ancora chiaro come andrà avanti il processo. Per alcuni esperti, i giudici hanno diritto a continuare nella causa, secondo altri l’avere emesso una sentenza di condanna lo impedisce. Inoltre, una ventina di magistrati convocati a decidere su una questione in margine alla causa principale si sono auto-ricusati, facendo emergere le pressioni esercitate da esponenti del potere politico ed economico.
Su Ríos Montt ed altri ex ufficiali dell’esercito del Guatemala pende ancora l’ordine di cattura della magistratura spagnola. Nel 1999, infatti, la guatemalteca Rigoberta Menchú, Nobel della Pace e rappresentante delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani del suo Paese, presentò in Spagna una denuncia nei confronti dei militari responsabili dei delitti, punibili con condanne fino a 20 anni, ottenendo che la giustizia spagnola si dichiarasse compente.
(Nella foto, una protesta pacifica della popolazione ixil contro l'annullamento della sentenza)