Guardiamoci attorno
Ancora per l’Afghanistan “La Caritas Italiana continua la raccolta di fondi per i profughi dell’Afghanistan. La situazione è nota: si tratta di milioni di persone che rischiano la vita per mancanza di cibo, acqua, medicinali, stufe e vestiti adatti al rigidissimo inverno. L’impegno della Caritas, che prevede una spesa di 30 miliardi, riguarda al tempo stesso la riconciliazione e la pace”. “Chi desidera partecipare può inviare il suo contributo alla Caritas Italiana, viale F. Baldelli n. 41 – 00146 Roma – c.c.p. n. 347013, oppure a Città nuova, specificando la causale “Profughi e vittime nuova guerra””. Pozzi per i poveri del Kerala “Torno a chiedervi un aiuto per sovvenire alle urgenti necessità delle popolazioni interessate dalla nostra azione missionaria, che vivono poveramente e quasi esclusivamente dei prodotti della terra. Per ovviare alla carenza d’acqua per l’irrigazione dei terreni, vorremmo scavare dei pozzi. Il lavoro manuale lo mettiamo noi, ma Col tormento dei debiti “Per le disavventure sul lavoro di mio marito,sono costretta a pagare i debiti da lui contratti a mio nome.Lavoro come ausiliare presso un ospedale,e del mio stipendio – fra spese varie, tribunale, cambiali – non ne restano che spiccioli, coi quali provvedere a mio figlio che per la situazione è sempre triste e cupo. Passo momenti durissimi, privandomi di tutto, con il tormento di questi debiti”. La superiora delle suore Agostiniane conferma. Lettera firmata – Toscana Vive di stenti “Fino a quando non si risolverà un problema di lavoro, vivo di stenti Purtroppo le impellenti necessità mi costringono a ricorrere alla generosità dei lettori ”. Lettera firmata – Roma Gli aiuti per gli appelli di Guardiamoci attorno possono essere inviati a: Città nuova – Via degli Scipioni n. 265, 001102 Roma – c.c.p. n. 34452003. Le richieste di aiuto si accettano solo se convalidate da un sacerdote.Verranno pubblicate comunque a nostra discrezione e nei limiti dello spazio disponibile. i materiali dobbiamo acquistarli. È possibile darci una mano?”. Padre M. Zucol – Kerala (India)