Grecia, Tsipras in crisi di consenso

Il premier di Atene si mostra in difficoltà alla Fiera internazionale del commercio di Salonicco. Pesa la mancanza di misure diverse dall'austerità. Sale la protesta e il consenso delle opposizioni in un Paese che ha bisogno di una forte intesa interna 
Grecia

La presenza del premier all’inaugurazione della Fiera internazionale del commercio, a Salonicco, ha deluso quasi tutti. Eppure si tratta della più grande dei Balcani, quella cioè, dove, di solito, tutti i leader politici presentano la strategia della loro politica economica. Tsipras ha sostenuto che «esiste la luce alla fine del tunnel» ed ha previsto una crescita dell’economia greca del 2,7 per cento nel 2017, ma non ha presentato altro che le misure di massima austerità già attuate, assieme alle consuete promesse che non hanno convinto nessuno.

 

Anche se è noto l’ostracismo di Syriza verso gli investimenti privati, il premier greco ha invitato gli attori economici internazionali a investire nel Paese. Ha messo in evidenza l’impegno nel combattere la corruzione e ha sostenuto l’importanza di aver definito l’asta per le concessioni delle reti televisive private. Per quanto riguarda la fiducia dei mercati e degli investitori, necessaria per una ripresa dell’economia greca, Tsipras ha sostenuto che la carenza di questa fiducia è dovuta al mancato accordo tra il Fondo monetario internazionale e le istituzioni europee. Il suo governo, come ha ripetuto ancora una volta, sta facendo di tutto per ottenere un alleggerimento del debito, che non solo grava sulla Grecia, ma frena la ripresa dell’economia a livello internazionale.

 

Mentre il premier parlava, un fiume di gente ha protestato fuori la sala dell’Esposizione. Persone deluse, disperate, che ormai non si fidano più di nessuno, tanto meno di Tsipras. Ad irritare opposizione, giornalisti e opinione pubblica è stato, in particolare, l’atteggiamento del premier durante la conferenza stampa, dove è apparso nervoso, arrogante, autoritario, imbarazzato ed esposto a tante promesse non mantenute, giungendo ad offendere alcuni giornalisti delle reti televisive private ed eludendo le domande di altri con la scusa della ristrettezza dei tempi. Uno stile inaccettabile per un leader della sinistra che sta, man mano, perdendo la fiducia di quegli elettori che lo consideravano estraneo alle grandi famiglie politiche responsabili della gravissima crisi attuale.  

 

Ormai anche i sondaggi registrano una distanza minima di consensi tra Syriza e Nea Dimokratia, ma Tsipras ha escluso di voler tornare alle urne. In effetti, il Paese non ha bisogno di elezioni, ma di un’intesa nazionale che stenta, tuttavia, ad apparire all’orizzonte.

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