Grecia: terremoto nell’ isola di Kos

Due morti e 120 feriti, ma la situazione è sotto controllo. Chiuso il porto principale. Bene la protezione civile. Nell’isola presenti 200 mila turisti, molti italiani. Continua nel frattempo il flusso dei profughi, con scontri tra afgani e pakistani
Terremoto a Kos - Grecia

Per una seconda volta negli ultimi mesi, le isole del Mar Egeo, già tormentate dalla crisi e dai flussi di profughi, vivono una situazione difficile, per di più in piena alta stagione turistica, periodo che si aspetta per respirare economicamente.

Questa volta il sisma di magnitudo 6, 6 ha colpito l’isola di Kos alle 1:31 ora locale, lasciando dietro di sé due morti di nazionalità straniera, un turco e uno svedese, oltre a 120 feriti, tutti stranieri, turisti che si divertivano nell’area di Exarchia nella vecchia città. Si tratta di un’area piena di bar dove si concentra la vita notturna dell’isola.

Tra i feriti, i cinque più gravi, uno mutilato ai due piedi, sono stati trasferiti ad ospedali di Atene. I danni maggiori sono negli edifici della città vecchia, mentre per fortuna gli alberghi non hanno riportato danni seri.

È il porto principale dell’isola quello che ha subito i maggiori danni, per cui è stato vietato l’approdo delle navi. Si aspetta un team specializzato per valutare i danni, mentre per le riparazioni ci vorrà molto tempo.

La gente, abituata a scosse del genere e conoscendo come le regole di comportamento in questi casi, è rimasta abbastanza calma, mentre i turisti, specialmente quelli che non hanno mai avuto esperienze simili, sono rimasti terrorizzati. La maggior parte di loro sta tornando alle loro camere. Nell’isola i turisti sono 200 mila turisti, tra loro moltissimi italiani che da sempre hanno un debole per Kos.

Il meccanismo statale di protezione civile è stato veramente molto efficiente nella gestione della crisi, fin dalle prime ore. In Grecia si reagisce bene in situazioni di emergenza, ma purtroppo lo stesso non accade nella vita quotidiana. Per il momento, secondo il team specializzato e assistito dai cani, non ci sono evidenze di persone rimaste intrappolate nelle macerie.

Intanto, continuano i flussi di profughi verso le isole dell’Egeo orientale. Ogni giorno arrivano in ogni isola (Lesbos, Chios e Kos) almeno 100 profughi. La situazione a Lesbos rimane esplosiva, visto che continuano gli scontri tra afgani e pakistani, che di solito mettono a fuoco gli hot spots.

Nonostante la difficile situazione nelle sopra menzionate isole, è impressionante il fatto che molti turisti, sia greci che stranieri, continuino a scegliere le isole per le loro vacanze. È forse un modo per manifestare solidarietà verso quelli che ne hanno più bisogno.

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