Grecia, tensioni diplomatiche con Russia e Turchia

Stato di tensione non solo con la Turchia ma anche con la Russia di Putin. Sullo sfondo la questione della collocazione nella Nato  della Fyrom,nome dato alla repubblica di Macedonia
EPA/YANNIS KOLESIDIS

Si complicano improvvisamente le relazioni tra Atene e Mosca a proposito dell’adesione di Skopje alla Nato

Come se non bastassero le tensioni economiche e sociali che il Paese deve affrontare, si sono aggiunte tensioni diplomatiche abbastanza serie. Oltre alle tensioni di vecchia data con la Turchia che però si rinfocolano ogni volta con varie scuse, recentemente sono cresciute tensioni con la Russia a causa dell’ espulsione di due diplomatici con evidenze di spionaggio. Le turbolenze sulla Grecia non smettono mai.

Le tensioni economiche e sociali nel Paese sono purtroppo ben note nonostante lo scenario di una “uscita pulita” dai programmi di assistenza finanziaria che il governo e le istituzioni europee continuano a promuovere.

Le tensioni con la Turchia sono altrettanto ben note e sono gravemente peggiorate due anni fa, quando otto piloti turchi dopo il tentato colpo di Stato hanno chiesto asilo in Grecia. Da quel momento in poi la Turchia non smette di chiedere l’estradizione dei piloti, che però la Grecia rifiuta a causa delle decisioni delle corti elleniche che hanno escluso l’estradizione concedono al contrario asilo a tre dei piloti e si prevede che anche la richiesta dei cinque rimasti verrà accolta. Intanto I turchi hanno catturato due militari greci perché hanno oltrepassato per sbaglio per alcuni metri i confini.

Pochi giorni fa c’è stato un incontro tra Tsipras e Erdogan che non è stato per niente facile e in cui tra l’altro è stata discussa la questione dei due militari greci che sono imprigionati senza specifiche accuse. Ormai la questione può essere riassunta in una frase: gli otto e i due. Cioè “ci date i piloti vi diamo i militari greci”, nonostante il fatto che si tratta di due casi completamente diversi. Erdogan sostiene che i piloti sono terroristi e la Grecia deve estradarli.
Però le cose non sono semplici. Le corti elleniche non hanno esaminato la sostanza della questione cioè se si tratti di terroristi o meno. La loro decisione è basata sul fatto che non ci sono garanzie che i piloti avranno un trattamento giusto.

Intanto la reclusione dei due militari greci ha commosso l’intero Paese e ormai l’opinione pubblica e parte dell’opposizione sta cambiando idea nei confronti dei turchi piloti. Nessuno può prevedere come andrà a finire questa faccenda.

Se le tensioni con la Turchia sono di vecchia data, quelle con la Russia sono una vera sorpresa, visto che le relazioni tra i due Paesi sono state sempre buone. La causa della tensione è stata l’espulsione di due diplomatici russi e il divieto d’ ingresso ad altri due dipendenti dell’Ambasciata russa ad Atene, accusati per intrusione negli affari interni della Grecia cioè nel suo tentativo di concludere il cosiddetto “accordo storico” con Skopje sul nome della Fyrom. I diplomatici sono accusati di aver alimentato proteste e manifestazioni contro l’accordo tramite organizzazioni interessi di carattere culturale e storico, oltre che influenzando politici e vari imprenditori greci. Non solo, Atene ha accusato Mosca di cercare di influenzare perfino la comunità monastica del Monte Athos ben nota per il suo patriottismo.

Questa situazione ha dato avvio allo sviluppo di varie ipotesi, come per esempio che Tsipras ha scelto questa via nel tentativo di ottenere l’appoggio statunitense al Fondo Monetario Internazionale sulla spinosa questione del debito greco. Fantasie o meno, il problema rimane e si aspetta la risposta (rappresaglia) dal Cremlino. Una cosa è certa: non e possibile che ogni persona opposta all’accordo sia considerata nazionalista, terrorista o agente segreto. Che la presenza russa sia forte al Nord del Paese e al Monte Athos è un fatto come è un fatto che Mosca non voglia l’accesso della Fyrom alla NATO, perché sente che perderà la sua influenza su questo piccolo ma strategicamente importante Paese. Ma da qui a intrecciare la questione del debito e quella macedone si esagera.

Il portavoce del governo ha parlato di “atteggiamenti che violano il diritto internazionale non rispettando le autorità greche”. Ha parlato anche di “misure cautelative” ma non ha specificato la natura di queste misure e non ha fornito ulteriori dettagli, il che alimenta vari scenari possibili nel prossimo futuro.

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