Grecia, riuscirà Tsipras a gestire una situazione esplosiva?
Anche se il Parlamento greco ha dato il suo sì al piano di salvataggio europeo, il partito del premier ne esce profondamente ferito. Nuove elezioni in vista
Alle prime ore di venerdì scorso, il Parlamento greco, dopo un lungo e feroce dibattito e grazie al sostegno dell’opposizione, ha approvato l’accordo sul terzo piano di salvataggio europeo: 222 a favore, 64 contrari e 11 astenuti. Ma Syriza ha contato 44 “perdite” ed è uscito ferito dalla votazione, dato che l’ala radicale continua a chiedere l’annullamento dell’accordo e il ritorno al programma iniziale del partito dichiarando, in tutti I toni, che la svolta del premier Tsipras al realismo politico non viene da loro accettato.
Nonostante questi sviluppi, i dissidenti non rinunciano al proprio seggio e, almeno per il momento, rimangono sotto l’ombrello di Syriza. Nel contempo si sta preparando il manifesto di un nuovo partito/movimento. Secondo fonti giornalistiche, il primo ministro pensa di ricorrere a un voto di fiducia dopo il 20 agosto, una mossa che da alcuni analisti viene considerata assai rischiosa. In tal caso, infatti, Nea Dimokratia dichiara che non voterà a favore, Pasok e Potami non hanno deciso ancora, mentre quest’ultimo partito ha mandato a tutti i partiti del opposizione, tranne Alba Dorada, il testo di una proposta di sfiducia contro la presidente del Parlamento per atteggiamenti e comportamenti non appropriati, visto che, come sostiene, il governo non ha il coraggio di farlo.
Se il governo otterrà il voto di fiducia, si allontanerà il pericolo di immediate elezioni e rimarrà da vedere la reazione dell’ala radicale del partito del premier. Altrimenti cominceranno le procedure necessarie, secondo quanto previsto dalla Costituzione ellenica, che potrebbero finire con nuove elezioni oppure con un governo di coalizione più ampio dell’attuale. In ogni caso il voto di fiducia rischia di cambiare lo status quo in un momento in cui tutta l’energia politica dei greci dovrebbe concentrarsi sul portare a termine le procedure dell’accordo con l’Unione europea e sull’equilibrio del sistema e del mercato. D’altra parte non si può ignorare il fatto che sarà molto difficile, per un governo di minoranza, far passare le leggi per l’attuazione dell’accordo, considerando il fatto che non si sa quanto durerà il sostegno dell’opposizione.