Grecia, rimpasto nel governo Tsipras

Cambi nell’esecutivo per lanciare un messaggio ai creditori internazionali sulla volontà di rispettare l’accordo con la Troika. Opinione pubblica in fermento e turbolenze in Syriza
Tsipras

Già dopo il congresso di Syriza, il premier Tsipras aveva lasciato trapelare l’idea che, dopo aver cambiato il partito, avrebbe fatto lo stesso nel governo. Gli osservatori pensavano che il leader greco cercasse di ampliare la cooperazione con le forze socialdemocratiche ed ecologiste, non solo per il bisogno di una più forte intesa nazionale, ma anche per rilanciare la sua popolarità in calo. E in effetti,venerdì sera, Tsipras ha annunciato il rimpasto di governo che però non ha voluto ampliare la cooperazione con altre forze politiche e che non è riuscito ad aumentare il suo consenso nell'opinione pubblica.

 

Il rimpasto ha invece dimostrato che il premier probabilmente non aveva nessuna intenzione di allargare il governo ad altre forze politiche ma, al contrario, voleva formare un esecutivo ancora più legato al suo partito. Sorprendendo un po’ tutti, ha allontanato dal governo il ministro dell’Istruzione e religione Filis,che aveva provocato una rottura nei rapporti del governo con la Chiesa ortodossa per due motivi: primo, aveva proposto la separazione dello Stato dalla Chiesa e, secondo, voleva cambiare totalmente il modo in cui la religione viene insegnata alle scuole, introducendo anche altri credo e non solo il cristianesimo.

 

Tsipras ha pure cambiato Pappas, il ministro responsabile della vicenda-boomerang sulle frequenze televisive, affidandogli il nuovo ministero della Politica digitale e dei media. Tsipras ha infine allontanato il ministro dell’Energia e dell’Ambiente, Skourletis, che si era costantemente opposto all’attuazione di importanti privatizzazioni, come quella del gigante dell’energia Dei, e ad importanti investimenti, come quello denominato Hellas Gold.

 

Questa volta il premier ha scelto persone di un profilo più tecnocratico e meno dogmatico, con esperienza certa sulle trattative con i creditori e più decisi nel portare avanti il programma di salvataggio del Paese. Ma non ha potuto evitare turbolenze all’interno del suo partito, provocate dall’allontanamento di Filis e Skourletis che sono più di sinistra e che avevano preso molti voti alla Commissione centrale del partito nel suo recente congresso.

 

Inoltre, lo dicevamo, il rimpasto non è riuscito a cambiare il gradimento dell’opinione pubblica verso il governo. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Salonicco per conto della rete televisiva Skai, l’89 per cento dei cittadini non apprezzano l’operato del governo, sfavore che si concentra sulla persona di Tsipras stesso. Molto interessante è il dato secondo cui il 79 per cento dei votanti di Syriza è deluso dal governo. E, sempre secondo la stessa ricerca, il partito conservatore Nea Dimokratia è in forte vantaggio, mentre Syriza non riesce a raccogliere più di un piccolo 15 per cento.

Secondo l’opposizione, questo rimpasto, il quarto da quanto Syriza è salito al potere nel gennaio 2015, è semplicemente un riciclo di vecchie cose e persone, un modo con cui Tsipras cerca di evitare le elezioni.

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