Grecia, partiti in crisi di nervi
Il cambiamento della destra greca da partito statalista e nazionalista a partito di centrodestra, sotto la guida di Kyriakos Mitsotakis – la gente comincia a chiamarlo Kyriakos, il che ha il suo simbolismo –, mette in crisi governo e altri partiti dell’opposizione. Il governo non perde occasione di far ricordare il “passato” di Nea Dimokratia che ha indebitato il Paese e di sfidare Mitsotakis. L’imbarazzo è ovvio, dovuto tra l’altro alla preoccupazione che il disegno di legge sulla riforma delle pensioni non venga sostenuto dall’opposizione e che, in effetti, tutto finirà, ancora una volta, per destabilizzare il Paese.
Per affrontare l’ultima crisi, il governo dovrà scegliere tra l’ampliamento del governo e le elezioni. Visto che Tsipras ha dichiarato piu di una volta che non ha bisogno di un eventuale ampliamento di governo e date le sue tattiche preferite, le elezioni non vengono escluse. D’altra parte i piccoli partiti del centrosinistra, cioe Pasok e Potami si trovano veramente in una crisi di nervi perché rischiano la loro stessa sopravvivenza politica. Pochi giorni fa, Fofi Gennimata, capo dell’alleanza Pasok-Dimar, ha cancellato dal suo gruppo parlamentare un deputato che aveva osato esprimere in pubblico la sua preoccupazione che certi deputati si preparassero a lasciare Pasok e Potami per aderire a Nea Dimokratia. E un deputato di Potami, durante una trasmissione televisiva, ha detto che, secondo lui, Potami deve sostenere la Nea Dimokratia di Mitsotakis.
Intanto, le proteste contro l’imminente disegno di legge sulle pensioni sono già cominciate, specialmente da parte dei liberi professionisti – quelli più produttivi – per i quali la legge prevede che il 60% del loro reddito vada in tasse e assicurazioni. Gli agricoltori hanno pure cominciato le loro proteste versando latte sulle strade. E tutto questo per una riforma che è già noto non solo che non funzionerà, ma che aumenterà la recessione. Bloomberg prevede per il 2016 una recessione all’1,8% per l’economia greca. Recessione più grave è prevista solo per Venezuela (3,3%) e Brasile (2,5%).
Anche se le tattiche usate da Tsipras nell’estate scorsa figurano in testa alla lista delle dieci peggiori tattiche politiche pubblicata dalla facoltà di Giurisprudenza di Harvard, all’interno pare che Tsipras usi delle manovre piuttosto furbe per assicurare il futuro del suo partito. Se si riflette su questo disegno di legge così discusso, si capisce che il caso Syriza non è semplice per diversi motivi: primo, dalla legge viene escluso il settore pubblico e tutte le imprese sotto controllo statale, cioè si esclude la spina dorsale dell’elettorato di Syriza. Come se non bastasse, in un altro disegno di legge sulla riforma dell’amministrazione pubblica, si prevedono piccoli aumenti per I dipendenti e assai grandi per i dirigenti del settore pubblico.
Secondo, i liberi professionisti con reddito annuale fino a 20 mila euro vedranno una riduzione dei loro contributi, il che darà loro un certo respiro, mentre quelli più produttivi, con redito superiore ai 20 mila euro, vedranno invece un aumento dei loro contributi fino al 223%.
Terzo motivo, i pensionati, dopo undici tagli sulle pensioni, sentono che le misure riguardano chi andrà in pensione in futuro e che non vedranno tagli ulteriori almeno per tre anni, un periodo che per loro sembra un secolo.
Quarto, I commercianti accettano l’aumento del loro contributo – tanto in Grecia si tratta di piccole imprese familiari che hanno al massimo 2-3 dipendenti; quinto, molti gruppi sociali saranno favoriti dalle misure: stranieri con quindici anni di assicurazione – e diritto di votare – prenderanno la pensione greca, e così chi viene dal Ponto e coloro che non hanno nessunissima assicurazione.
Si capisce come Tsipras miri alla costruzione di una base elettorale almeno del venti per cento, il che renderebbe la sinistra un giocatore stabile nel panorama politico greco. Nel frattempo il premier si gode ancora la luna di miele con Bruxelles. E, perché no, le misure proposte potrebbero essere attuate solo da un governo come il presente, nel senso che se fossero state introdotte da un governo di destra, Atene sarebbe stata messa a ferro e fuoco.
Al di là delle strategie politiche e partitiche, le cose stanno cambiando e la tolleranza della popolazione si sta riducendo pericolosamente.