Grecia, le difficili sfide del governo
Nonostante un limitato rimpasto del governo in agosto e le promesse fatte da Tsipras alla Fiera Internazionale di Salonicco sull’aumento dei salari e del minimum salariale, sul rinvio dell’ulteriore taglio alle pensioni e sulla riduzione delle tasse, il calo della popolarita del premier greco e del suo governo continua, mentre Nea Dimokratia rimane in testa nei sondaggi. Si costata, altresì, che – stando ai sondaggi – l’astensione si annuncia alta in vista delle prossime elezioni.
La gente non è stata convinta dalle promesse fatte, mentre la tragedia di Mati con i suoi 99 morti e l’Accordo di Prespes con la Fyrom (la Macedonia del Nord, ndr) sembra pesino molto sull’opinione che la popolazione ha del governo. Per quanto riguarda gli incendi alle porte di Atene, continuano le indagini avviate dal procuratore generale sulle cause della catastrofe e per il momento è provato solo che la prevenzione e l’organizzazione dei soccorsi sono state deficitarie: piu di venti autorità pubbliche, inclusi sindaci, sono tra gli accusati. L’Accordo di Prespes ha scatenato la rabbia della gente e ha intensificato le preferenze verso Alba Dorata, mentre ha contributo al peggioramento delle relazioni con la Russia che non vuole l’avvicinamento della Fyrom alla Nato.
Durante la sua presidenza, Tsipras ha messo a fuoco i suoi obiettivi: primo, il confronto con i partner europei finito con un umiliante terzo programma di assistenza finanziaria che ha aumentato il debito publico di 86 miliardi di euro; secondo, ha voluto risolvere il problema del nome della Fyrom concludendo un accordo che, giorno dopo giorno, si rivela non positivo per la Grecia e che è stato concluso senza che ci fosse prima una intesa nazionale. Tsipras non si aspettava la reazione della gente (il 70% della popolazione considera questo accordo un tradimento). Terzo obiettivo, Tsipras ha promesso un’uscita “pulita” dai programmi di assistenza finanziaria, ma l’unica cosa finita chiaramente è stato il finanziamento. Il Paese rimane fortemente indebitato e sottoposto a un severo monitoraggio fiscale, senza i soldi dei partner europei e fuori dai mercati. Inoltre, Tsipras aveva promesso un alleggerimento sostanziale del debito publico che però non gli è stato concesso.
I problemi del governo non finiscono qui. Tsipras ha serie difficoltà con il suo partner governativo (Anel) visto che il suo ministro della Difesa, Panos Kammenos, dichiara che non voterà l’Accordo di Prespes, propone nuove basi militari Isa in varie città greche e in genere crea problemi ed espone ulteriormente il governo. La maggioranza è fragile: 151 voti su 300 in parlamento.
Come se non bastasse, il governo deve affrontare di nuovo il problema dei profughi e dei migranti, visto che si nota un aumento considerevole degli arrivi non solo nelle isole ma anche alle frontiere nord-est (Evros) con la Turchia, che fa passare in territorio greco migranti dall’Afganistan e dall’Iran e si dice che ci siano 500 mila persone pronte ad entrare nel Paese. Nei primi 9 mesi del 2018 sono entrate 35.620 persone mentre nello stesso periodo del 2017 erano 23.780. Un altro problema serio è quello dei 3.320 minorenni non accompagnati dei quali 2.129 vivono da soli nei campi o nelle stazioni di polizia per mancanza di infrastrutture addatte.
Molti analisti politici cercano di indovinare quando Tsipras indirà le elezioni. Le date possibili sono maggio o settembre 2019, ma non si escludono elezioni anticipate agli inizi del nuovo anno.