La gente boccia politici e Unione europea
Una ricerca approfondita presentata nei giorni scorsi in Grecia, mostra un Paese immobilizzato e incapace di chiudere i conti col passato e andare avanti. I greci sono delusi (72%), preoccupati (71%), arrabbiati (64%). La maggioranza dei cittadini risponde che si fida più degli amici e delle personalità che segue sui social media (26,5%), che della Troika (19,5%), mentre pochissimi si fidano dei politici (7,5%). Rivivono stereotipi come per esempio il fatto che la Grecia è vittima delle grandi potenze (68%), che le istituzioni europee adottano un atteggiamento punitivo (41,5%), che il Paese non meritava questi anni di austerità (56,5%), per nulla produttivi.
Nello stesso tempo l’euroscetticismo aumenta mentre si nota un ritorno al nazionalismo, anche se quest’ultimo elemento non è una particolarità greca, ma una tendenza paneuropea. L’interesse per la politica è quasi scomparso visto che né la destra né la sinistra hanno potuto cambiare la politica di austerità. Opinion leader, tecnici, academici, politici, giornalisti, banchieri, sindacalisti vengono bocciati dalla società greca. La ricerca, insomma, indica una società che non si fida delle istituzioni che la rappresentano, una società senza punti di riferimento, più stremata e disperata che mai.
La confusione della gente si vede anche nelle risposte sull’eventualità di elezioni anticipate. Mentre il 59.5% crede che Nea Dimokratia vincerebbe le elezioni, la maggioranza ovviamente non vuole elezioni anticipate. Il 47% crede che il governo debba avere più tempo per concludere le riforme e il 40,5% vuole immediatamente elezioni anticipate. Syriza, il partito del premier Tsipras, non convince e Nea Dimokratia non inspira entusiasmo.
La società greca è senza dubbio nella confusione più totale, anche se giustificata almeno in parte. Senza fiducia, senza speranza come ci si potrebbe aspettare un risultato diverso? Inoltre la società sta guardando allo scontro tra le istituzioni europee e il Fondo Monetario Internazionale sull’alleggerimento del debito pubblico, uno scontro che porta al ritardo della seconda valutazione del programma di salvataggio, spingendo tutto il negoziato all’extremis. Si aspetta un compromesso sul debito, ma non arriva.
Nello stesso tempo la gente costata come il patrimonio nazionale venga svenduto. Due giorni fa il 67% del porto di Salonicco è stato venduto a un consorzio di compagnie francesi e tedesche al prezzo di 232 milioni di euro. Come se non bastasse, la gente sta guardando con grande inquietudine alle violazioni sistematiche delle acque territoriali e dello spazio aereo da parte dei turchi che, dopo il secondo no della Corte suprema all’estradizione dei piloti di Ankara detenuti in Grecia, hanno aumentato le incursioni. Le recenti dichiarazioni del presidente Trump che dice: «Quello che succede in Grecia è tremendo e si deve fare qualcosa» non consolano nessuno.