Grecia. Il voto simbolo del 22 luglio
Sembra che il secondo voto richiesto dall’Unione europea previsto per oggi, 22 luglio, debba verificare la resistenza e la coesione sia del governo che dei partiti dell’opposizione.
La tassazione degli agricoltori e le pensioni-baby sono state tolte dal disegno di legge sul quale si deve votare stasera. Specialmente la tassazione degli agricoltori è considerata dagli analisti un grosso scoglio che tutti i deputati, per ragioni spesso opposte, vogliono evitare a tutti i costi, almeno per il momento. Ne hanno buone ragioni: secondo la Costituzione ellenica, in effetti, una legge viene votata avendo come base il numero dei deputati presenti, ma a condizione che vi siano 120 voti positivi. Si dice che un tale tema provocherebbe perdite di voti e di votanti sia nel campo governativo che degli altri partiti. Nessuno oggi può permettersi che accada un incidente legislative del genere.
Accade infatti che oggi nel Parlamento sussista una situazione surreale, dato che c’è in carica un governo di minoranza che governa grazie alla tolleranza delle opposizioni – cioè Nea Dimokratia, Pasok e Potami –, ma questo equilibrio risulta altamente instabile. I deputati dell’opposizione sostengono infatti che non sia possibile votare leggi difficili e complesse subendone il “costo politico”, mentre i ribelli di Syriza se votano contro manterrebbero il loro appeal nei confronti della loro base elettorale. Si capisce perciò come questa situazione non possa durare a lungo. Si spera di trovare un modus operandi adeguato rapidamente: i politici devono cominciare a capire che esiste un costo politico delle loro scelte, da suddividere tra tutti i partiti: le circostanze lo impongono.