Grazie d’essere nato
Al compleanno di mia figlia erano presenti una quindicina di amichetti, e tra questi un bambino disabile. Colpivano la serenità e la gioia dei suoi genitori, che sembrava lo amassero con maggiore attenzione e accoglienza. La presenza di questa famiglia ha creato un’atmosfera più semplice e di maggiore socialità: è stata una lezione d’amore per tutti”. M. G. – Torino Quando in famiglia è presente un bambino diverso per la società, per la madre è semplicemente lui, un figlio da amare, una persona dotata di una ricchezza propria, unica ed inestimabile. Per chiunque, non è facile accogliere pienamente un figlio in ogni aspetto della sua persona, qualunque essa sia. Ma, mortificando le attese, potranno emergere potenzialità nascoste in lui e nel genitore, facendo maturare entrambi. Tante cose nella vita sono dure e dolorose – racconta una madre -, ma ti fanno crescere e ti fanno tirare fuori tutto quello che hai dentro. La mia bambina mi ha fatto crescere emotivamente e caratterialmente, oltre a riempirmi d’amore. Avere una bambina speciale per la gente può sembrare un dramma o una limitazione, invece dico a tutti che sono angeli venuti sulla terra per riempirci di gioia e tenerezza, anzi sono persone che ci fanno capire che niente è scontato o insuperabile. In che modo può essere un dono particolare un bambino disabile? Egli genera nei suoi familiari – spiega Maddalena Petrillo, mamma e neuropsichiatra infantile – (non solo genitori, ma anche fratelli, zii e nonni) un cambiamento positivo nei valori ed è fonte di forza per la famiglia intera. Anche nel mondo fuori della cerchia familiare, amplifica l’amore ricevuto: chi si avvicina a queste famiglie (operatori, insegnanti, volontari) con spirito di condivisione entra naturalmente in sinergia con le risorse positive della famiglia . Certo la disabilità è un limite. Ma – continua la Petrillo – può avvicinare al raggiungimento di una importante libertà. La libertà dai modelli che tipicamente condizionano le persone sane, la libertà che porta alla riscoperta del valore della persona in sé e delle sue relazioni con gli altri. Testimoni privilegiate di umanità, considera il papa le persone disabili, come ha affermato recentemente. Infatti, in questo nostro mondo, assetato di edonismo e ammaliato dalla bellezza effimera e fallace” – dice – possono insegnare a tutti che cosa è l’amore che salva e diventare annunciatrici di un mondo nuovo, non più dominato dalla forza, dalla violenza e dall’aggressività, ma dall’amore, dalla solidarietà, dall’accoglienza. Vivendo insieme a loro con cuore aperto, si impara a rispettare il prossimo, a non giudicare dalle apparenze, a guardare il lato positivo delle persone e della vita. Infine, si comprende qual è il primo dei bisogni dell’uomo: quello di amare ed essere amato. NON DIFFICOLTÀ MA RISORSA Oramai centinaia di famiglie di bambini spesso con gravissime disabilità lo testimoniano: un dono è tale se viene messo in relazione – dicono Ada e Marco Espa, tra le famiglie fondatrici di ABC, L’associazione dei bambini cerebrolesi -. Certo, se dovessimo far conto sul messaggio mediatico che circonda la nascita di un bambino con disabilità, questa può essere vista solo come una sciagura e da qui molti ritengono che il dolore debba essere allontanato dalla famiglia, impedirgli di essere dono.Ma se la famiglia è sostenuta nel suo ruolo, veramente quella che è una difficoltà può diventare grande risorsa per noi e per tutta la comunità familiare e sociale che ci circonda. Per quanto possa sembrare paradossale, una persona che, nonostante la sua gravità, rimane in un nucleo familiare genera relazioni personali e civili di grande qualità. Ed è di questo che molti vedono gli effetti. Oggi possiamo dire che nostra figlia, nonostante la sua gravità è diventata generatrice delle nostre migliori relazioni, non dobbiamo far altro che seguirla.