Grazie amico !

Un giorno al Cara di Mineo, in Sicilia, nel segno dell'accoglienza
cara di Mineo

«Mi trovo al lavoro, al Cara di Mineo, in servizio ad una porta di accesso alla mensa ed ecco che arriva Dominique, un ragazzo africano con in mano un uovo sodo rotto. Il ragazzo è arrabbiatissimo e si lamenta con me… Capisco che dietro questa reazione, per una cosa apparentemente banale, ci sono tanti traumi dovuti al suo stato di migrante. Lo guardo in faccia e lo vorrei aiutare cambiando l'uovo rotto con un uovo sano! Mi sembra giusto farlo! Ma la calca di persone non me lo permette. Non posso lasciare scoperta la porta e recarmi al bancone di distribuzione. Però, spontaneamente, in quella confusione, riesco a fare un piccolo giochetto carino con l'uovo. Lo prendo in mano e sorridendo cerco di fare un gesto, come facessi una magia, giro l'uovo dalla parte opposta: ecco che l'uovo risultava, per fortuna, intero. Dominique divertito sorride e condivido con lui questa sua piccola gioia. Più tardi, passata la confusione, sento dalla porta una vocina cordiale, che mi dice: "grazie perché con il tuo gesto mi hai tirato su". Era lui, sempre quel ragazzo, che sorridendo continuava: " Grazie, grazie! Ciao Amico a domani!"». Antonio, non è nuovo a questi piccoli gesti verso i migranti che affollano il Cara, lui ogni giorno è a contatto sempre con situazioni di disagio, di ingiustizie, di torti piccoli e meno piccoli, che involontariamente accadono verso queste persone, e ha deciso di viverle cercando di fare il possibile per aiutare questi giovani. E, sempre, ogni volta racconta: «provo un piccola-grande gioia dentro di me, quando riesco a trasformare una situazione di tensione in un gesto di carità concreta». In questa situazione sarebbe stato "giusto" cambiare l'uovo, ma le circostanze l'hanno impedito, e l'amore ha trionfato rendendo una persona felice, almeno in quel momento. «In questa situazione esperienza ho capito di aver aperto la Porta a Gesù, amando il fratello! Mi sono ricordato di quella frase del Vangelo che dice: "Ogni volta che avete fatto qualcosa a questi fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Aprire la Porta a Gesù, è aprire la porta della sua Misericordia, perché è accogliere Gesù in ogni uomo: è lì che lo incontro ogni giorno». Dopo qualche giorno Antonio è al Palazzo di Giustizia di Catania: sensazione di freddezza e tristezza, gente indaffarata e solo preoccupata a curare i propri interessi. In alto troneggiava la scritta: " in nome del popolo sovrano – la legge è uguale per tutti".

«Un pensiero invade la mia anima: "che bello sarebbe se nel nome del popolo ci fosse un popolo che ama come Gesù ci ha insegnato. Dove tutti, dico tutti, vivono l'amore, la carità, La misericordia che il Papa Francesco ci invita ad avere soprattutto in questo periodo storico. Sarebbe un Popolo dove appunto "l' apritemi” le porte della giustizia" come disse papa Francesco nel rito dell’apertura della Porta Santa, diventa realtà..”, dove piccoli e grandi gesti di misericordia, di amore fatti singolarmente e insieme come popolo, portano alla pace e Dio così regna fra noi, in mezzo a noi». Una piccola testimonianza che Antonio condivide, e che aiuta anche noi ad aprire, in questo Anno Santo, la porta della misericordia del nostro cuore.

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