Gratuità e gratitudine. Il movimento dell’amore nel pensiero di Klaus Hemmerle

Self-giving and thanks-giving could represent the two-way movement of the dynamic of love in Klaus Hemmerle’s thought, offering new suggestions on philosophical, theological and aesthetical level. The two terms are deeply interrelated, and build together the “circle of a permanent Easter”, whose inner logic shows the dynamic of freedom in self-giving and the dynamic of gratefulness in receiving. Gratefulness as awareness and free answer in receiving the gift is no long a merely mood, but becomes the hermeneutic key which can highlight on the ontological level the lines of Trinitarian Ontology, on the theoretical level the perspective of verdankendes Denken as gratefulness in the way of thinking, on anthropological level the mutual relationships and selfgiving as main basis for personal identity, on the aesthetical level the perspective of gratefulness for Art, artistic talent and beauty conceived as gifts.

Il binomio gratuità e gratitudine viene proposto come chiave ermeneutica che consente di mettere in luce il movimento dell’amore nel pensiero ontologico, antropologico ed estetico di Klaus Hemmerle. Facendo soprattutto riferimento alle Thesen e all’ultima opera Leben aus der Einheit, si metterà in rilievo sul piano ontologico il “circolo ontologico di una Pasqua permanente”, cioè il fatto che l’essere sia in se stesso amore, con una fondamentale connotazione kenotica e relazionale. Sul piano antropologico si accennerà alla relazionalità costitutiva della persona umana in direzione di una antropologia comunionale, caratterizzata dal dono del sé e del dono di sé nella reciprocità. Sul piano speculativo si focalizzerà l’attenzione sul verdankendes Denken, caratterizzato dalla dimensione di gratuità e gratitudine nell’atto del pensare, mentre sul piano estetico si metterà in evidenza la dimensione della bellezza donata, una dimensione di gratuità e gratitudine che può trasparire nell’esperienza artistica, nella consapevolezza del dono della bellezza e della gratitudine nel donare bellezza attraverso l’arte in una dimensione non autoreferenziale ma fondamentalmente relazionale.

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