Grandi speranze
Se avete bisogno di allargare il cuore, rivivere grandi sentimenti e valori, ridere, partecipare di un’esperienza umana piena, attraversare le profondità dell’animo umano con le sue contraddizioni e le sue altezze, e – utile in questa società liquida – concedervi anche un po’ di speranza, provate a rispolverare un classico come Grandi speranze di Charles Dickens. Uscito a puntate sulla rivista All the Year Round, tra il 1860 e il 1861, è un romanzo di formazione che racconta la storia di Pip, al secolo Philip Pirrip, orfano cresciuto “per mano” dalla sorella e dal suo buon marito.
Pip racconta in prima persona la sua vita, dallo stato di orfano maltrattato nelle paludi dell’estuario del Tamigi, fino alla condizione di giovane di “grandi speranze” a Londra, pupillo di un benefattore anonimo, deciso a fare di lui un vero gentiluomo. Attraverso il suo sguardo bizzarro e impaurito, riviviamo l’incontro terribile e fondamentale con un galeotto fuggiasco; ci meravigliamo alla vista polverosa e consumata della misteriosa signorina Havisham; ci battiamo per Estella, orgogliosa, sprezzante e bellissima bambina privata della capacità di amare, plagiata dal desiderio di vendetta della signorina Havisham; ci affezioniamo agli amici di Pip, quelli che non lo abbandoneranno mai: Joe, Biddy e Herbert; partecipiamo della drammatica svolta che è costretta a prendere la sua vita.
Grandi speranze racconta la dolorosa scoperta che è illusorio credere che ambizione, ricchezza, beni, bel mondo conducano alla felicità, trascurando affetti, legami veri, gratuità del bene, origini. Rimasto senza speranza, Pip riscopre sé stesso, ritrova la generosità e la vera nobiltà. È così che una felicità pacificante inaspettatamente arriva. E con essa l’amore, non un sentimento di ripiego, ma l’Amore, quello capace di superare tutto, il tempo, il tradimento, l’educazione, l’egoismo, le scelte sbagliate.
Grandi Speranze, Einaudi, Euro 12,50