Grandi concerti a Santa Cecilia

Mikko Franck con Jean-Yves Thibaudet (per Ravel e Franck), Fabio Biondi con Raffaele Mallozzi (per Mozart)

A Roma i complessi dell’Accademia offrono a tutti settimanalmente la possibilità, anche a prezzi accessibili, di godere ed esplorare la bellezza della musica. Mikko Franck è un giovane direttore finlandese, dal 2017 direttore ospite principale dell’istituzione. Gesto ampio, “fraseggiante” si direbbe, decisione e cordialità nello stile. Ed è necessario, trovandosi con un pianista eccezionale come Jean-Yves Thibaudet, che purtroppo non capita spesso da noi.

In programma Ravel e Franck. Del primo, le Tre Cantate per il Prix de Rome, giovanili certo, ma già flessuose, ondeggianti e capziose, pure grazie alle voci delicate del soprano Donika Mataj e del tenore Murat Can Guvem. Ravel poi è maturo nel Concerto in sol maggiore per piano e orchestra: tre tempi sinuosi, spavaldi anche, con quell’Adagio assai che evoca tenerezze infinite, squisitezze, nel tocco libero di Thibaudet che fa del pianoforte un’orchestra, un protagonista assoluto dove le più varie suggestioni – tardoromantiche, jazzistiche e così via – convivono creando armonie “diverse”.

Ravel pare esplorare – grazie a Thibaudet lo si sente – un mondo onirico e a un tempo frenetico. Thibaudet suona con disinvoltura, quasi con un eccesso di facilità. Ma lo studio e la tecnica ferrata gli permettono di “scivolare” su Ravel con eleganza e grazia tutta francese. Quando poi Mikko Franck da solo affronta la Sinfonia in re minore di César Fanck, Liszt e Wagner sono presenti, ma scorrono in una coralità dove gli ottoni fanno la figura della precisione assoluta, quasi con naturalezza, che poi è uno dei tratti distintivi del direttore.

Un altro evento è stato il concerto con Fabio Biondi, direttore e violinista, insieme alla prima viola dell’orchestra ceciliana, Raffaele Mallozzi, musicalissimo. In programma Mozart e solo Mozart. Due sinfonie – la n. 31 Parigi e la n. 36 Linz con la Sinfonia concertante per violino e viola. Un Mozart giovane che si avvia alla maturità, ed è piacevolissimo. Amadeus inventa motivi nuovi che poi svilupperà, ha tecnica agguerrita, ma al solito non la fa vedere. Tutto sembra facile in lui, naturale: violini e viola lo sanno, e hanno l’aria di divertirsi un mondo. Fabio Biondi suona egregiamente, dirige una orchestra che in una settimana passa da Mozart a Ravel con tranquillità, buon gusto e precisione. Come fa una grande orchestra sinfonica, un gioiello tutto italiano.

 

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