Berlusconi, il grande seduttore dell’Italia
Anche i giornali esteri, naturalmente, dedicano amplissimo spazio alla notizia della morte di Silvio Berlusconi – molti dedicandovi finanche l’apertura della propria home page –; quella che segue è dunque soltanto una minima selezione di articoli.
Tra quelli di maggior rilievo c’è indubbiamente il – lunghissimo, mettetevi comodi se habláis español e prendetevi la briga di leggerlo, perché merita – pezzo di apertura dello spagnolo El País, a firma del corrispondente da Roma, Daniel Verdú; dal significativo titolo di “Muore Silvio Berlusconi, l’uomo che definì l’Italia del XXI secolo”. Sì, perché secondo Verdú, Berlusconi “è stato senza dubbio la figura più influente in Italia nell’ultimo quarto di secolo”, cosa che gli è riuscita grazie alla consapevolezza di dover controllare quei canali di comunicazione che raggiungevano “una vasta e crescente classe media che avrebbe dominato il consumo del Paese”. Nel bene o nel male, “rivoluzionò la comunicazione e instaurò una cultura dell’ascesa sociale e del successo”, anticipando per certi versi “fenomeni che sarebbero arrivati vent’anni più tardi, come il trumpismo”, e ricevendo all’inizio solo scherni, “come i fenomeni populisti che, senza volerlo, avrebbe ispirato anni più tardi”; con l’idea di “un uomo ricco, che si è fatto da sé, e capace di estendere la formula del suo successo alla gestione del bene comune. Per quanto fosse una menzogna”. Dopo aver ripercorso le sue intricate vicende giudiziarie, Verdú tocca anche il tema del futuro di Forza Italia, “condannata a morire con lui”, non avendo lui stesso dato investiture per la sua successione.
Attraversando i Pirenei, anche il francese Le Monde apre con la notizia della morte del Cavaliere; con un – anche questo – lunghissimo articolo che ne ripercorre tutta la storia. Osserva che “è stato l’uomo che ha detenuto per più tempo in Italia la carica di presidente del Consiglio, 3340 giorni esattamente”; ma che, “malgrado la sua longevità, il suo innegabile senso tattico, i suoi talenti di comunicatore, la sua azione di governo rimane segnata da una serie di scandali privati e finanziari e da una relativa impotenza – frutto dei suoi comportamenti disinvolti e goderecci, dei suoi conflitti di interesse, degli accordi passati con forze politiche dalle ideologie a volte contrarie, così come per la sua amicizia con Vladimir Putin, mai rinnegata nonostante l’invasione russa dell’Ucraina. […] Sarà interessante sapere che cosa ne conserverà la Storia, quando la schiuma dell’attualità italiana, che lui ha saturato in tutti i suoi aspetti, si sarà smontata”.
Al di là della Manica, il britannico Guardian – a onor del vero mai tenero con il Cavaliere – apre con “L’ex primo ministro italiano segnato dagli scandali muore a 86 anni”; e in un articolo dall’occhiello “L’eredità di Berlusconi” parla del fatto che “al di là del bunga bunga, lascia dietro di sé una perdita di fiducia nell’élite politica italiana”. Anche il più misurato The Economist fa riferimento ai numerosi scandali che hanno segnato la vita di Berlusconi, affermando tuttavia che è stato “il grande seduttore dell’Italia”.
Simile, all’altro lato dell’oceano, l’approccio del New York Times, che definisce Berlusconi “lo showman che ha capovolto la politica italiana”, colui che ha “introdotto il sesso e il glamour nella tv italiana e ha poi portato la stessa formula in politica, dominando il Paese e la cultura per oltre vent’anni”. Dettagliata anche l’analisi della sua storia e delle implicazioni per il Paese che fa il Washington Post, interpellando il docente di scienze politiche della Luiss Roberto D’Alimonte; che osserva, tra le altre cose, come “alcuni lo ricorderanno come un uomo che avrebbe potuto fare di più per modernizzare il Paese. Per altri sarà il grande corruttore della società italiana, e servirà una generazione per ristabilirsi dal malessere che ha instillato”.
Sul fronte tedesco, Der Spiegel apre con un articolo dal titolo “Era la canzonetta più pericolosa d’Italia”; definendolo un “playboy, uomo miliardario e di potere” che “lascia un’eredità controversa”, avendo “inventato la tv trash italiana e il populismo moderno”, nonché “sedotto e avvelenato il Paese”. Meno manichea e più articolata l’analisi che ne fa la Frankfurter Allgemeine Zeitung, nell’articolo “Il seduttore d’Italia”: nel quale, per quanto abbia “governato come su un palcoscenico fino alla morte” nel mezzo dei ben noti scandali giudiziari, molti italiani hanno voluto riconoscere un uomo meritevole di fiducia, e le cui abilità non sono mai state negate nemmeno dai più convinti oppositori.
Molti si staranno chiedendo: e Putin? E in Russia? In realtà sulla Komsomol’skaja Pravda la notizia è abbastanza in basso, dopo la consueta lunga carrellata sulla guerra in Ucraina; con il titolo “Svelata la causa della morte di Silvio Berlusconi: un tumore del sangue”. Si tratta di un articolo piuttosto scarno, che si limita alla cronaca. Apre invece con questa notizia il Kommersant, anche in questo caso però con la stretta cronaca. Un basso profilo dunque, al netto dei legami con l’attuale presidente russo.
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