Grace di Monaco

Esce nelle sale il film di Olivier Dahan che ha aperto il Festival di Cannes. Bravissima Nicole Kidman nei panni della principessa di Monaco. Originale anche "Solo gli amanti sopravvivono" e per gli amanti del genere "Godzilla" in 3D
Grace di Monaco con Nicole Kidman

Godzilla 3D
Questa volta il mostro non è un cattivone, anche se fa paura, è distruttivo e deve vedersela con altri suoi pari. Il film diretto da Gareth Edwards ripesca il vecchio soggetto giapponese e crea un prodotto piacevole, preparato bene alle scene più spettacolari, con una giusta dose di ansia e qualche affermazione pseudo-filosofica sull’uomo che distrugge la natura che però poi si ribella. Certo non è un film per bambini, perché il clima ansiogeno e lo spettacolo a colpi di effetti speciali e catastrofici non aiutano gli animi troppo impressionabili. Ma è curato, recitato bene, e offre quel che promette: avventura, paura, ecatombe e respiro. Ma dietro il blockbuster c’è la solita America ossessionata dalla paura dell’apocalisse dietro l’angolo. Non sarà un residuo di un protestantesimo pessimista?

Solo gli amanti sopravvivono
Un bel film di due vampiri, che, guarda  caso, si chiamano Adam ed Eve, innamorati da secoli: lui è musicista adorato dai fan che non lo vedono mai, lei vive a Tangeri tra libri in tutte le lingue. Minacciati di morte, devono trovare la forza per continuare a vivere. Al di là del genere e della storia, il film d’amore è fascinoso, notturno, inquietante. Tom Hiddleston e Tilda Swinton recitano alla grande, diretti da Jim Jarmusch, e nessuno perde un attimo per non mettere a fuoco il personaggio.  La narrazione è rapida, succosa e il film ha un ritmo balenante, luci adrenaliniche e quel tanto di suspense non gratuita che colora le atmosfere di un vampirismo romantico privo di cliché e molto originale.

Grace di Monaco
Ha inaugurato il festival di Cannes il mèlo romantico che rivisita la storia di Grace Kelly, principessa di Monaco, e della sua vita familiare, tesa fra la nostalgia di Hollywood e i doveri di madre e regnante. Il film, osteggiato dalla famiglia monegasca, è patinato, ben fotografato, con costumi d’epoca sgargianti, insomma tra location, abiti, musiche – c’è anche la Callas (Paz Vega) che canta “Ebben, ne andrò lontana” dalla Wally di Catalani – siamo al top del manierismo americano in costume, del fotoromanzo d’epoca. Bello da vedere, bravissima assolutamente Nicole Kidman, algida e rinnovata, un po’ mefistofelico sempre Tim Roth nei panni del debole principe Ranieri. Congiure, esili, amore, traumi spirituali e coniugali, cattivi come De Gaulle, che però al party finale si commuove  e dice di Grace: «L’Afrodite americana» (!!): non manca nulla nella storia un po’ piccolina, in verità. Ma lo spettacolo, la nostalgia del fascino di Grace rimane e a Cannes la Kidman era sfolgorante, anche se il regista francese Olivier Dahan si è preso qualche “libertà” (di troppo?).

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