GP d’Ungheria: torna sir Hamilton, ma vince il solito Max Verstappen

Al via la dodicesima gara della Formula Uno 2023 con sir Lewis Hamilton che firma la sua pole numero 104, ma con un super Max Verstappen che continua indisturbato il suo dominio
Max Verstappen
(AP Photo/Denes Erdos)

Nuovo appuntamento, vecchie certezze e tante novità: da Max a Ricciardo, al nuovo format

Nuova settimana e nuovo appuntamento con le monoposto di Formula Uno già giunte al dodicesimo weekend  di gara di questa stagione. Stagione un po’ particolare iniziata, così come era finita, con il declino della Ferrari e un dominio esagerato della Red Bull. Dominio che ha un nome e cognome: quello del campione del mondo Max Verstappen che sta monopolizzando tutte le gare della stagione con ben 10 vittorie e due secondi posti (dietro al compagno di squadra Sergio Perez).
Stagione particolare anche perché – fatta eccezione per la RB-19 di Verstappen che sembra correre in una gara diversa dalle altre monoposto – si assiste ad una maggiore rinascita dei team secondari, quali la Aston Martin e la McLaren, sempre lì a combattersi quel che Max lascia loro del podio, contrariamente a Ferrari, Mercedes e la stessa Red Bull di Perez che sembrano andare bene solo a tratti.

Appuntamento particolare, quello del GP di Ungheria, anche per due importanti novità, di cui una totalmente inaspettata fino a qualche settimana fa. Parliamo del nuovo format per le qualifiche previsto per la prima volta in questo weekend, e dell’inaspettato ritorno di Daniel Ricciardo su un sedile di Formula Uno.

Per quanto riguarda il nuovo format di qualifiche, questo rientra nel piano sostenibile Net-Zero, cui ha aderito la Formula Uno e che ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni di CO2 a zero entro il 2030, risparmiando due treni di gomme per ogni pilota. Ogni team avrà, infatti, 11 set di gomme e non più 13 per ogni pilota durante il week-end e questi saranno, inoltre, rigidamente distribuiti durante le qualifiche. I piloti dovranno usare le gomme hard per le prime qualifiche; le intermedie per le seconde e le soft per la lotta alla pole. Questo, chiaramente, in prospettiva futura, senza considerare il fattore pioggia perché nel caso in cui dovesse piovere, i team potrebbero usare le mestole di gomme che dovessero ritenere più opportune. Sicuramente un format sensibile alla sostenibilità ambientale ma che, nonostante questo, non piace molto ai piloti che vedono, a causa di questo nuovo obbligo, delle qualifiche un po’ falsate. Tra i piloti, il più contrariato è sicuramente Fernando Alonso. Lo spagnolo punta, infatti, sulla scorrettezza del cambiare le regole a metà campionato, affermando: «È stato orribile – questo il commento dello spagnolo ai microfoni di Sky Sport F1 –. Quando cambi l’altezza della rete, o la dimensione dell’anello da basket o del pallone da calcio nel bel mezzo del campionato, è sempre qualcosa di non bello». Il pilota della Aston Martin mette poi l’accento anche sulla delusione degli spettatori che, a causa dei due treni di gomme in meno, hanno visto girare pochissimo i piloti durante le prove libere.

La novità più inaspettata è stata, però, un’altra: il ritorno del pilota australiano Daniel Ricciardo sul sedile della Alpha Tauri guidata, fino alla scorsa settimana, da Nyck De Vries che, nel pieno del mondiale, e dopo appena 10 gare dall’inizio, è stato licenziato con effetto immediato. E se non stupisce il brutale metodo Red Bull già utilizzato da Helmut Marko (nel 2007 Scott Speed era stato licenziato per far spazio a Sebastian Vettel e lo stesso era successo nel 2016 con Daniil Kvyat e Max Verstappen  e nel 2019 con Pierre Gasly e  Alexander Albon), stupisce il fatto che la decisione sembrerebbe essere stata presa nell’impeto di un momento, dopo il GP di Gran Bretagna, quando le prestazioni di Ricciardo sul circuito di Silverstone avevano impressionato così tanto la Red Bull che Horner avrebbe chiamato Marko per convincerlo a dare una chance all’australiano per tentare di risollevare le sorti dell’AlphaTauri, tristemente ultima nella classifica Costruttori dopo 10 gare.

 

Dal ritorno di Lewis alla vittoria di Max

E se non si sa ancora se la scelta della AlphaTauri risulterà vincente con Ricciardo che chiude solo tredicesimo la sua prima gara (comunque davanti al suo compagno di squadra), si stanno rivelando sicuramente buone le migliorie messe in atto da casa Mercedes che hanno riportato, anche se solo per un giorno, il 7 volte campione del mondo sir Lewis Hamilton sulla vetta del podio. Il cavaliere britannico ha conquistato, infatti, nel pomeriggio di sabato, la sua pole numero 104 dopo 33 gare di digiuno, da Jeddah 2021. Sul tracciato ungherese, inoltre, il sir inglese stabilisce anche un nuovo record, quello di 9 pole su un solo tracciato, proprio quando il suo compagno di squadra chiude le qualifiche solo terzultimo.
Per tutti è il ritorno del re, un re che si emoziona al termine della Q3 come se fosse la sua prima pole: «Ho perso la voce per quanto ho urlato in macchina. Abbiamo spinto a tutta, il team ha lavorato tantissimo per tornare in pole – queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport –.  Questa è come se fosse la prima pole per me. Non mi aspettavo di poter fare la pole qui».
Il re finalmente, dopo un anno e mezzo torna in prima fila, con il suo nemico di sempre, con un super Max Verstappen. Rivale che riesce a staccare di tre millesimi nella lotta alla pole ma che non riesce a tenere dietro allo spegnimento dei semafori quando, insieme al campione del mondo, anche Piastri e Norris lo scavalcano e il campione della Mercedes deve accontentarsi della quarta piazza.
Il re torna, ma Super Max c’è, c’è sempre, e si vede e con la vittoria numero 12 di questa stagione regala alla Red Bull anche un primato che resisteva dai tempi di Senna e Prost alla McLaren, dell’ormai lontano 1988, quando la casa automobilistica aveva vinto le prime 11 gare consecutivamente.

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