Nuovo governo, le reazioni della stampa estera
“Giorgia Meloni ottiene il via libera per il nuovo governo italiano”: è abbastanza asciutto il titolo del New York Times, peraltro “relegato” in basso nella pagina dedicata alle notizie europee – per quanto i toni siano poi un po’ più accesi, in quanto la Meloni viene definita “leader della destra dura” e si sostiene che rimangono ancora aperte le “domande sull’atteggiamento della sua coalizione nei confronti dell’Europa”. Simili i toni del Washington Post, che però pone più l’accento su come sia necessario ora gestire le divergenze all’interno della coalizione; e su come “l’ascesa di Meloni può essere un momento di trasformazione in un Paese che è stato a volte laboratorio di grandi evoluzioni politiche, come il fascismo un secolo fa, o più recentemente il ‘teatro della personalità’ di Silvio Berlusconi”.
Venendo all’Europa, lo spagnolo El Paìs titola sul fatto che “L’ultrà Meloni guiderà un governo di basso profilo e di scarsa presenza femminile”, pur essendo la prima donna presidente del Consiglio in Italia. Una contraddizione, insomma. In generale, comunque, la notizia non ha guadagnato molto spazio nei giornali iberici.
Più attenti quelli francesi, che – specie in seguito alle parole di Macron che hanno prefigurato la continuazione dei buoni rapporti tra i due Paesi – sottolineano, come fa ad esempio Le Monde, che “la dirigente d’estrema destra Giorgia Meloni presenta un governo destinato a rassicurare gli alleati di Roma”. Interessante però che Le Figaro vi affianchi un commento dal titolo “Mario Draghi, il mago che ha regalato venti mesi di stabilità all’Italia”: quasi un augurio che ora la stabilità prosegua. Poco distante, da quella Bruxelles che Giorgia Meloni tante volte ha criticato, Le Soir riserva un asciutto “La leader della destra radicale diventa la prima donna a dirigere Palazzo Chigi”.
Pressoché analogo, al di là del Reno, il titolo del tedesco Der Spiegel, che aggiunge però per la Meloni la definizione di “postfascista” – e si sa che, in un Paese che ha dovuto fare i conti con l’eredità storica del nazismo, una simile parola ha un peso. Definizione che invece manca sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, che dedica invece un intero paragrafo alla figura del vicepresidente del Consiglio (ancora in pectore, non avendo ufficialmente assunto le sue funzioni) Antonio Tajani, in qualità di ex presidente del Parlamento europeo: l’attenzione è quindi posta sulla continuità di rapporti con il resto d’Europa, che si sa essere di grande peso in una coalizione che include anche euroscettici.
Oltremanica l’attenzione è naturalmente catturata dall’attuale crisi del governo Truss, e quindi l’insediamento di un esecutivo – peraltro ampiamente annunciato – all’estero va davvero cercata col lanternino. Tra i pochi a dedicarvi un po’ più di attenzione c’è il Times, che sottolinea come “i sorrisi degli alleati nascondano le divisioni”; e soprattutto The Independent, che dedica alla leader di FdI un video dal titolo “Giorgia Meloni fa la storia e diventa la prima donna presidente del Consiglio in Italia”.
E la Russia, Paese al centro delle diatribe interne alla coalizione di centrodestra? Il giornale “di Stato”, la Komsomol’skaja Pravda, mette in testa alla pagina degli affari esteri un articolo dedicato appunto a come il nuovo governo accomuni personaggi come Salvini e Berlusconi contro i quali è stata messa in atto una “campagna mediatica” per “accusarli di legami viziosi con la Russia”, e appunto la stessa Meloni che ha ribadito a più riprese il suo filoatlantismo. Di qui una sorta di linea attendista, per vedere le effettive evoluzioni delle relazioni con Mosca.