Governo battuto: scivolone o molto di più?

Dopo la bocciatura del rendiconto generale di bilancio, anche il presidente Napolitano pone apertamente la questione della reale capacità di tenuta dell'esecutivo
bossi berlusconi tremonti

«Il governo è andato sotto su un articolo di una legge di bilancio. Un vero pasticcio, frutto di una somma di incidenti», annota sul Giornale di oggi il direttore Alessandro Sallusti. Ma rassicura: «L’incidente non avrà conseguenze pratiche. La legge sarà ritirata e riproposta probabilmente con voto di fiducia, che è un po’ come mettere con le spalle al muro onorevoli pigri, distratti e fannulloni, molti dei quali si mobilitano solo quando c’è in ballo la loro poltrona».

 

Un incidente senza conseguenze, scrive dunque il quotidiano vicino al governo. Valutazione che ha trovato conferma nei commenti immediati degli esponenti della maggioranza, tanto che l’Ansa, l’agenzia d’informazione più equidistante dagli schieramenti, non manca di evidenziare: «Gli esponenti del governo e della maggioranza minimizzano l’accaduto e ipotizzano di sostituire il provvedimento bocciato con un altro da approvare con un voto di fiducia».

 

Insomma, uno scivolone cui rimediare con rapidità. Sembra, questa, una lettura davvero minimalista. Intanto, per la materia. Non era un testo che aveva per oggetto il rifinanziamento della bocciofila della Valdarbia. Si trattava del Rendiconto generale di bilancio, ovvero della legge fondamentale che fissa i conti dello Stato, delle amministrazioni e delle aziende autonome: il consuntivo per l’esercizio 2010. Un atto previsto direttamente dalla Costituzione.

 

Un atto, quindi, di capitale importanza per il funzionamento dello Stato, per cui non si può non attribuire valore politico a quanto accaduto. Tanto che i partiti dell’opposizione definiscono grave l’accaduto e invitano il presidente del Consiglio a rimettere il mandato, come peraltro hanno fatto coloro che, suoi predecessori, si sono trovati in una situazione analoga.

 

Che la maggioranza scricchiolasse iniziava a dubitare persino il più convinto dei suoi sostenitori. Del resto, talvolta si sono manifestate crepe addirittura strutturali, non solo nella coalizione, ma anche in seno all’ex monolitica Lega Nord, visto quello che è successo nel fine settimana in una roccaforte come Varese. Una Lega che, dopo lo scivolone, ha puntato subito i piedi: niente intercettazioni e niente condoni. Due provvedimenti fondamentali nella strategia di Berlusconi per blindarsi e provare ad uscire dalla situazione di stallo.

 

Ed invece in uno stallo ancora più grave si trova adesso il governo, e con esso l’intero Paese. Per di più la bocciatura ha provocato anche un rebus giuridico che non si sa bene come risolvere. Intanto, questa mattina la  Giunta per il regolamento della Camera ha decretato la fine del disegno di legge sul rendiconto, poiché la bocciatura dell’articolo 1 impedisce l’approvazione dei successivi. Si apre quindi la prospettiva di un nuovo atto da ripresentare. In tutta fretta il presidente del Consiglio punta sul voto di fiducia, cioè su un passaggio formale che certifichi l’esistenza di una maggioranza ricompattata.

 

Ma in questo frangente interno e internazionale al governo non bastano i numeri. Deve dimostrare di potere e sapere governare, cioè decidere nell’interesse dell’intera Nazione, superando una volta per sempre i penalizzanti ritardi verificatisi anche di recente per il varo del decreto sullo sviluppo, dei provvedimenti attuativi della manovra finanziaria, per la scelta del successore di Mario Draghi alla Banca d’Italia.

 

È quello che sembra chiedere il presidente Napolitano, per il quale «la questione che si pone è se la maggioranza di governo (…) sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l’insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del Paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei».

A questa richiesta di contenuto difficilmente potrà dare risposta il passaggio formale di un altro voto in Aula, previsto per venerdì, su un ulteriore discorso del presidente Berlusconi. Adesso quanto mai atteso.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons