Goodbye sir Claudio

L'esonero di Ranieri da parte del Leicester, la squadra che l'anno scorso aveva portato al trionfo, per la prima volta nella storia del club, in Premier League

Dall’ultimo finesettimana, Claudio Ranieri non è più l’allenatore del Leicester, squadra della Premier League inglese: miete così una delle sue vittime più illustri la grande industria del calcio patinato 2017, quella che spesso e volentieri adotta i più classici crismi di un mercato economico di stampo capitalista estremo, senz’anima e reciprocità, senza umanità e riconoscenza, ma solo votato alla competizione per la vittoria di uno a scapito di molti, all’insegna di una rapporto costi/benefici dogmatico che alimenta una cultura dello scarto. Niente di drammatico, per carità, in fondo si tratta solo di un esonero sportivo: eppure se nel mondo del calcio non si parla d’altro, da giorni, un motivo ci sarà.

 

L’esonero

Non si può dire si sia trattato di un fulmine a ciel sereno: il Leicester naviga in brutte acque e, non potendo cambiare una squadra a due mesi dalla fine della stagione, la soluzione più ovvia per dare una scossa risulta spesso mandare via l’allenatore. D’altra parte così l’ha motivata lo stesso presidente thailandese Vichai Srivaddhanaprabha il quale, nel suo comunicato, ha scritto: «Non dobbiamo risolvere un solo problema, ma un milione, per far sopravvivere il club. Sono qui da sette anni, è stato un duro lavoro, e il club è sempre migliorato, in ogni suo aspetto».

 

Genesi di una favola

Sembrerebbe una decisione conseguente, come tante, se non fosse che sor Claudio da Roma abbia scritto solo l’anno scorso una delle più incredibili imprese sportive di tutti i tempi, che non abbiamo mancato di raccontare sulle nostre pagine. Ad oggi, il Leicester è ancora fuori dalla zona retrocessione e in piena corsa per la qualificazione ai quarti di finale di Champions League. Arrivato al Leicester il 13 luglio 2015, con l’obiettivo di evitare la retrocessione salvezza, Claudio Ranieri era diventato in un anno il terzo allenatore italiano a vincere la Premier League. La stampa internazionale lo aveva esaltato come degno paladino di una favola da film campioni di incassi: da “Tinkerman” (il saldatore, colui che aggiusta di tutto con quello che ha a disposizione) era diventato il “Thinkerman”, ossia “pensatore”. E fu così che Leicester, da periferia britannica, divenne una delle più famose città del mondo nel 2016…

 

“King Claudio”

Claudio sbagliava poco o nulla e già a febbraio 2016 ci accorgemmo di lui, con questo entusiastico articolo carico di fiducia nei suoi ragazzi, reputati “bolliti”, “riserve” o addrittura mezzi delinquenti di cui diffidare. Quotato dai bookmakers non a caso 1 a 5000 per la vittoria finale, mister Ranieri, talvolta deriso a sproposito da colleghi più giovani e ricchi per non avere mai vinto un campionato o sollevato le coppe più ambite, a 65 anni era salito meritatamente sul tetto del mondo delle cronache sportive, aggiudicandosi il campionato più ricco e competitivo, dei magnati e degli emiri, con una squadra di “scarti” dal budget irrisorio: una storia di sudore e fatica, riscatto e motivazione, speranza oltre le speranze razionali di tutti. Premiato come “allenatore dell’anno per la FIFA” poco più di un mese fa, sostenuto e onorato dalla passione di tutti gli sportivi di ogni paese. Dopo un comunicato della società a sostegno di Ranieri, rilasciato meno di tre settimane fa, la decisione pur legittima, oltre che ingrata, sembra decisamente poco elegante.

 

Morto un sogno… se ne fa un altro?

Non è il primo esonero per Ranieri, ma è certo quello più doloroso: «Dopo l’euforia della scorsa stagione e dopo esserci laureati campioni della Premier League – ha commentato Ranieri il giorno dopo l’esonero – tutto ciò che sognavo era restare con il Leicester, il club che amo, per sempre. Purtroppo non è stato così: ieri il mio sogno è morto, ma nessuno potrà mai cancellare quello che abbiamo raggiunto insieme». Emblematiche le processioni dei tifosi a casa Ranieri, tra doni, selfie e abbracci: «se ci avessero detto due anni fa che avremmo vinto il titolo per retrocedere l’anno dopo ci avremmo messo la firma. Claudio è riuscito a realizzare l’impossibile, dovrebbero fargli un monumento. Gli auguriamo tutto il meglio» commentano.

Se tutto il mondo sportivo esterna la sua “solidarietà” al Claudio tradito, uno su tutti, proprio l’ex “nemico” José Mourinho, pluridecorato allenatore portoghese, si è presentato in sala stampa con le iniziali di Ranieri stampate sulla tuta del suo Manchester United, postando su Instagram una sua foto al fianco di Ranieri, con scritto: «Campione d’Inghilterra e allenatore dell’anno per la Fifa. Esonerato. Questo è il nuovo calcio Claudio. Continua a sorridere amico, nessuno potrà cancellare la storia che hai scritto».

Grazie anche da parte nostra e coraggio mister: anche grazie a lei possiamo essere certi che morto un sogno… se ne può sempre davvero fare un altro!

 

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