Il gol più bello di Alejandro “Lulo” Benitez
A un tiro di schioppo dal confine con l’Uruguay, nella provincia di Entre Rios, un prolifico attaccante di provincia è diventato idolo popolare per un grande gesto d’amore: il suo nome, in questi giorni, è più presente nei tabloid argentini di quelli di Messi, Tevez e Di Maria, ottenendo una notorietà che forse non sarebbe mai stata raggiunta per le sue gesta in campo. Alejandro Benitez è stato per anni attaccante simbolo e goleador del Central Larroque, club di terza divisione. Un bomber di provincia, vero e proprio idolo dei tifosi, eletto adesso a eroe per una scelta che ha cambiato radicalmente la sua vita e, soprattutto, quella del piccolo Milo: il nipote di nove mesi a cui è stata diagnosticata una ostruzione biliare che, purtroppo, non è curabile con alcun tipo di terapia.
L’unica via per salvare il bambino era quella del trapianto di fegato: una strada necessaria che il padre di Milo non poteva compiere per incompatibilità, mentre la madre era impossibilitata a causa di una precedente operazione al cuore. Alejandro Benitez, detto “Lulo” nell’ambiente calcistico, non ci ha pensato su un attimo, decidendo di diventare donatore: il prezzo da pagare, per un atleta come lui, è stato però quello di dover rinunciare da subito all’attività agonistica. Troppo pericoloso, secondo i medici, il ritorno in campo con un pezzo di fegato in meno: nonostante la lunga riabilitazione necessaria dopo interventi del genere, qualsiasi contrasto avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua salute.
La vita del nipote, però, era ben più importante di qualsiasi sogno sportivo: «Rivedere Milo dopo l’operazione è stata l’emozione più grande della mia vita. L’unica cosa che contava era la salvezza di mio nipote». Un gesto nobile, una dimostrazione d’amore immensa che non poteva passare inosservata: il lunghissimo e commovente applauso che i tifosi del Central Larroque hanno riservato al loro bomber pochi giorni dopo l’operazione ne è una riprova. «Il calcio mi mancherà – ha dichiarato “Lulo” al quotidiano argentino Olè –, ho passato una vita in questo club facendo grandi sforzi per allenarmi: però ci sono cose più importanti, non mi pentirò mai di quello che ho fatto».
«Tutti i compagni di squadra mi hanno appoggiato. Ho ricevuto il sostegno e l’incoraggiamento anche di tanti calciatori di altre squadre: questo mi ha commosso. Ho parlato della mia decisione con l’allenatore – prosegue Benitez – poco prima di iniziare il campionato: gli ho detto che ero deciso, abbiamo anche parlato dei possibili rinforzi di cui necessitava la squadra. Il colmo è stato che, nel torneo locale, avevo realizzato tre reti nelle prime tre uscite: è stata dura, ma da quel momento non ho più giocato». Il piccolo Milo, nonostante 12 ore di trapianto, sta bene ed è già in miglioramento. «Era un fiore che stava appassendo, adesso è tornato a rivivere: è stato più bello che segnare il gol più importante».