Gocce di solidarietà nel Sudest asiatico
Davanti ai nostri occhi, giorno dopo giorno, si dispiega uno scenario spesso triste e pericoloso: disastri ambientali, carestie e guerre. La domanda sempre presente è: l’arroganza e la pazzia umane porteranno alla guerra nucleare? Sembra che molti potenti (e aspiranti tali) le studino tutte per escogitare e mettere in atto le mosse più folli per distruggere la vita, l’ambiente e la pace. Eppure, anche in uno scenario mondiale fatto così, non tutto è perduto: la solidarietà, la vicinanza, la prossimità verso chi soffre continuano ad essere presenti e ad alimentare la speranza di un mondo diverso. O meglio, che in questo mondo, il nostro, non tutto sia completamente perduto.
Un piccolo esempio è Goccia dopo Goccia, un’associazione che si occupa di micro progetti a favore dei più svantaggiati in tre territori, due dei quali di guerra: in Myanmar, a Mae Sot, una cittadina al confine fra Thailandia e Myanmar, e in Vietnam, con gente poverissima, scartata.
Mentre scrivo mi trovo a Bangkok, e in Myanmar la gente continua a scappare dai combattimenti e dalle bombe per rifugiarsi in terra thailandese. La Thailandia rappresenta per molti la speranza di una vita nuova, o almeno di una vita dove non dover continuamente schivare pallottole e missili e piangere morti. Nella cittadina di Mae Sot, appena oltre il confine birmano, operano molte Ong, tra cui Goccia dopo Goccia, che accolgono ed aiutano chi fugge.
Piccoli gesti decisivi come la protezione di donne sole, spesso abbandonate, con figli propri ed anche quelli ricevuti in affidamento da chi stava morendo o non poteva scappare. Goccia dopo Goccia fornisce i primi aiuti e soprattutto, quando una donna deve partorire, dà una piccola somma di denaro per il parto e le medicine. E qualsiasi altra cosa ci voglia, nei limiti del possibile si procura! A Mae Sot c’è anche una piccola scuola, per 60 alunni, iniziata anni fa da un sacerdote ormai in Paradiso, padre Justine Saw Win, uno di quei preti che aiutano tutti senza distinguere chi sei e perchè sei lì. Perché l’amore è fatto così: predilige e raccoglie ciò che altri scartano.
Poi ci sono i braccianti delle piantagioni che vivono in capanne senza gabinetti né docce, quando qui con meno di 300 euro si può costruire un’intera stanza con bagno e doccia, acqua compresa. E tutta la comunità aiuta nella costruzione. I volontari di Goccia a Goccia consegnano regolarmente anche riso, olio, fagioli e vestiti: in questo periodo GdG, come viene comunemente chiamata, ha indetto una raccolta di indimenti intimi, anche non nuovi, ma in buono stato. Ce n’è bisogno.
Gdg è un’associazione privata. Ne fanno parte persone comuni che vivono in Italia, Svizzera, Inghilterra e Austria: ci sono tanti bambini e famiglie, maestre, operai e imprenditori. Chiunque voglia donare qualcosa o fare qualcosa in favore degli altri è ben accolto. Goccia dopo Goccia è soprattutto rapporti, intrecci di solidarietà, come quelli stretti con un’altra associazione di Singapore, Charis, che non sapendo come intervenire in Vientam durante la pandemia, ha iniziato una proficua ed efficace collaborazione con GdG. In questo modo, sono state aiutate circa 10 mila persone tra le più disperate. E tutto tramite alcune insegnanti locali, anche loro ricche di rapporti (e di umanità) con le autorità locali, che hanno potuto raggiungere con sicurezza luoghi dove nessuno riusciva ad arrivare.
Quando Saigon (Ho Chi Minh) era completamente in lockdown, le insegnanti di GdG hanno potuto ottenere dei permessi specialissimi per girare con un camion e distribuire viveri a chi aveva fame. In quel periodo Goccia dopo Goccia ha contribuito anche al pagamento di alcune spese funebri per i più poveri: in Vietnam, un funerale è un lusso che non tutti i poveri possono permettersi.
Il mio lavoro di reporter mi ha spesso portato ad incontrare membri di GdG in giro per il Sudest asiatico. Sono stato con loro, ho lavorato al loro fianco, ho fotografato gli sguardi dei bambini, dei vecchi e degli ammalati che loro aiutano. Ed ho pianto. “Perchè mi aiutate?”, ha chiesto ai volontari di GdG un birmano appena arrivato in Thailandia. “Perchè ti vogliamo bene”. L’uomo è scoppiato a piangere. Nulla è perduto finchè c’è una goccia d’amore, e GdG è questo: amore.
Scopri GdG cliccando: www.gocciadopogoccia.ch
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