Gocce per l’anima
C’è chi pensa che basti dire semplicemente «Ti perdono», e tutto si sistema. Di solito però le cose sono un po’ più complicate. Prima di tutto ci vuole del tempo per ristabilire la piena armonia. A volte per perdonare un torto subìto ci vogliono mesi. Altre volte, invece, dobbiamo perdonare più persone per diversi torti subìti.
Dobbiamo diventare persone capaci di perdonare. Coltivare uno spirito capace di perdono significa portare la propria personalità a un livello di maturazione superiore. Di norma si vive alla ricerca di (auto)approvazione. Il proprio ego è l’unico polo di attrazione e l’unico obiettivo.
È estremamente sensibile a qualsiasi attacco e, se ritiene di essere stato violato, è ferito e sanguina. Se a curarlo interviene lo spirito del perdono, radicato all’interno dell’anima, la visuale si amplia, e la persona non vede più soltanto se stessa ma anche gli altri. Cresce la comprensione sia delle proprie motivazioni sia di quelle altrui; l’altro non è visto più soltanto come un oggetto bensì come un soggetto.
Io non mi sento più privo di responsabilità, e la natura della personalità dell’altro non è più così diversa dalla mia. È più facile capire che come io ho bisogno di rispetto, amore, cura e perdono da parte dell’altro, anche l’altro ha gli stessi miei bisogni.
Da Vince chi sa perdere, come gestire le crisi e i conflitti interpersonali di Jaro Krˇivohlavý (Città Nuova, 2014).
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