GMG Lisbona 2023, lasciarsi interpellare da Dio
«Per chi è la tua vita? Per chi vale la pena spenderla? Così è iniziata la mia ricerca tanti anni fa», dice Laura, 32 anni, che ora è animatrice di un gruppo di giovani con cui partirà per la GMG di Lisbona. «Leggere le parole di papa Francesco per la prossima GMG è stato un richiamo alla prima volta in cui ho capito che la mia vita doveva essere “per”, che volevo farne qualcosa di bello per Dio». Nel Messaggio per la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, infatti, il papa scrive: «la domanda centrale della nostra esistenza è: per chi sono io?».
Oggi questa frase interpella anche Anna Minici, 22 anni, studentessa dell’ultimo anno della laurea magistrale in Economia e Management a Roma Tre. «Sicuramente ci sono tante realtà che mi spingono a muovermi – racconta Anna -. In primo luogo io sono per la mia famiglia, i miei amici e le persone a cui più voglio bene: se sono in difficoltà o mi chiedono aiuto io non esito a dar loro una mano. Inoltre, io sono per la mia comunità se serve un aiuto per delle attività cerco, per quanto posso, di mettermi a servizio». Anna è molto attiva nel movimento di Schoenstatt, in particolare nelle attività che coinvolgono il gruppo della Gioventù Femminile ed è capo coro della messa giovanile domenicale nella Parrocchia dei Santi Francesco e Caterina Patroni d’Italia.
Ha già partecipato ad altre Giornate Mondiali della Gioventù: «Sono già stata alla GMG del 2016 a Cracovia e la mia intenzione è andare anche alla prossima a Lisbona. La GMG del 2016 è stata un’esperienza fantastica, ricca di emozioni e che mi ha fatto crescere molto spiritualmente e mentalmente: per me è stata una forte testimonianza di fede e inoltre mi ha permesso di stringere dei legami bellissimi di amicizia. È un’occasione unica per incontrare giovani di tutto il mondo con culture e lingue diverse ma accomunate dalla stessa fede».
Nel suo messaggio papa Francesco invita i giovani di tutto il mondo a mettersi in cammino verso gli altri, ad affrettare il passo come Maria che dopo l’annunciazione va «in fretta» a trovare Elisabetta. «Quali “frette” vi muovono, cari giovani? Che cosa vi fa sentire l’impellenza di muovervi, tanto da non riuscire a stare fermi?», chiede il papa. C’è una fretta buona che spinge «verso l’alto e verso l’altro»; quella non buona, invece, «porta a vivere superficialmente, a prendere tutto alla leggera», è «la fretta di quando viviamo, studiamo, lavoriamo, frequentiamo gli altri senza metterci la testa e tanto meno il cuore»: in questo modo è molto difficile che ciò che si fa porti frutto.
«Io sono una ragazza molto riflessiva ma che allo stesso tempo cerca sempre di mettersi a servizio di chi ha bisogno, quindi mi impegno a esercitare la fretta “quella buona” – commenta Anna -. Tuttavia, io e i miei coetanei siamo esposti ad una forte influenza del mondo digitale che ci sta allenando ad un altro tipo di fretta; ad esempio come nel caso delle comunicazioni via chat in cui è possibile scambiarsi anche più di 30 messaggi al minuto. Io penso che questa rapidità, che di base non è un aspetto negativo, talvolta possa condizionare negativamente la vita quotidiana abituando, come dice papa Francesco, alla superficialità».
Da qui l’invito del papa a guardare Maria, la Madre del Signore, «modello dei giovani in movimento», a non restare «immobili davanti allo specchio a contemplare la propria immagine o “intrappolati” nelle reti». Maria è «la donna pasquale, in uno stato permanente di esodo», completamente proiettata verso gli Dio e verso gli altri, soprattutto verso chi ha più bisogno, come la cugina Elisabetta.
Sono tante, in questo momento, le persone che hanno bisogno di aiuto e vicinanza fraterna: anziani, malati, carcerati, rifugiati. Hanno bisogni concreti e urgenti: uno sguardo di interesse che abbatta il muro dell’indifferenza, una visita, un gesto di amicizia. Bisogna agire ora. «Il tempo di alzarci è adesso! – dice papa Francesco – Alziamoci in fretta! E come Maria portiamo Gesù dentro di noi per comunicarlo a tutti!».