GMG diocesana, festa della fede
«Convocati dal Vangelo e invitati a un’esperienza con il Signore, i giovani diventano spesso testimoni coraggiosi della fede e ciò rende sempre l’evento della GMG qualcosa di sorprendente e di unico», si legge negli «Orientamenti Pastorali per la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nelle Chiese particolari» che pone i giovani al centro dell’attenzione della Chiesa.
Il testo viene presentato nella ricorrenza della nascita di san Giovanni Paolo II. «Sono molto commossa che proprio oggi abbiamo presentato gli Orientamenti perché, secondo me, questo potrebbe essere un regalo a S. Giovanni Paolo II – ha detto Dorota Abdelmoula, Officiale del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita a margine della conferenza stampa di presentazione del documento -. A lui era così cara questa idea che i giovani fossero protagonisti. Presentare il documento proprio oggi è un anche segno che non è una rottura con la tradizione ma è un legame molto forte e una nuova scoperta dell’idea di san Giovanni Paolo II».
Poi aggiunge: «Di lui ricordo due cose: la prima è la fiducia. Ha invitato tantissimi giovani senza conoscerli, per fare di loro una testimonianza per il mondo, una testimonianza di una Chiesa che è giovane, che è viva. Questo è segno di una enorme fiducia che aveva nei giovani e i giovani hanno accolto questa fiducia e l’hanno ripagata. Il fatto che le GMG esistono da tanti anni e attirano le nuove generazioni è segno che era una visione veramente profetica. L’altra è l’incontro personale che ho avuto a Roma con Giovanni Paolo II nel 2002. Ho partecipato a un’udienza generale dopo la quale ho avuto la possibilità di fare una foto con il Santo Padre. Nonostante la stanchezza e l’età, quando lui ti guardava negli occhi, avevi la sensazione che vedeva solo te, come se fossi l’unica persona con cui stava parlando. Era una chiave del suo pontificato: nonostante tanti incontri, tante persone, sapeva come guardare ognuno negli occhi e sapeva come fare sentire ogni persona come fosse l’unica».
Ricorda in particolare una GMG: «Per me l’esperienza più forte è stata la GMG di Cracovia per la quale ho lavorato per 3 anni iniziando dalla Diocesi, finendo nel comitato organizzativo. Uno dei momenti più forti è stato all’inizio della Messa di apertura, quando c’è la processione con i simboli della GMG, la croce e l’icona, che i giovani portano fino al palco. Quando abbiamo iniziato a lavorare per la GMG nessuno di noi sapeva cosa volesse dire preparare un tale incontro nè cosa volesse dire portare la croce. Attraverso la condivisione di esperienze personali, incontri di preghiera, testimonianze, abbiamo riscoperto la croce, tutta la bellezza ma anche tutta la responsabilità di servire la Chiesa. Nel momento in cui ho visto che abbiamo portato la croce sul palco, mi sono veramente commossa perché durante il periodo della preparazione ci chiedevamo tanto: “saremo in grado di portare questa croce fino alla fine?”».
Poi, commentando il testo degli Orientamenti, afferma: «Secondo me il protagonismo dei giovani inizia con l’ascolto che porta i giovani a sentirsi parte responsabile della Chiesa. Questo accade nelle GMG internazionali: tutti i giovani che hanno risposto all’invito del Santo Padre a partecipare alle GMG e a tornare dalle GMG internazionali con la loro testimonianza lo fanno perchè si sentono accolti ed ascoltati. Questo è il primo passo. Poi ogni realtà può fare in modo diverso. Ad esempio, quando ero più giovane, nella mia parrocchia di origine il sacerdote responsabile della pastorale giovanile, vedendo che non c’èrano ragazzi in Chiesa, si è posto la domanda: «dove sono? Vicino la scuola, a fare sport?» Allora è andato lì, ha parlato con loro, poi li ha invitati in Chiesa a fare un’esperienza spirituale. Bisogna andare dove i giovani sono e invitarli».
Abbiamo intervistato padre João Chagas, responsabile dell’Ufficio Giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
Nel testo degli Orientamenti si legge che c’è bisogno di «una pastorale giovanile capace di creare spazi inclusivi, dove ci sia posto per ogni tipo di giovani e dove si manifesti realmente che siamo una Chiesa con le porte aperte». Come realizzare tutto questo?
Faccio un esempio concreto: a Cracovia, nella preparazione della GMG internazionale, c’è stato un coinvolgimento di tutti i giovani, non solo di quelli che già andavano in Chiesa. Tra loro c’era un giovane che non frequentava la parrocchia e che ha dato un bellissimo contributo nell’ambito della comunicazione, si è messo a disposizione. Purtroppo strada facendo ha scoperto una malattia grave e prima della GMG è venuto a mancare. È stato anche ricordato dal Santo Padre durante la GMG come un esempio di volontariato per la Chiesa. Questo giovane ha fatto un cammino di avvicinamento alla Chiesa, ma potrei parlare anche di giovani che magari non faranno un cammino di avvicinamento alla Chiesa, nel senso di arrivare a farne parte, ma comunque possono fare un cammino di fratellanza, di servizio. Il documento parla molto del volontariato. Una settimana prima della GMG diocesana nella solennità di Cristo Re c’è la Giornata Mondiale dei Poveri. Il documento lascia anche questo suggerimento, che i giovani possono fare qualcosa per i poveri e, attraverso cause comuni, valori comuni, si può cerare quella che papa Francesco chiama «amicizia sociale», di cui parla tanto nella Christus vivit.
Perché è stata scelta la domenica di Cristo Re per la GMG diocesana?
Per la GMG diocesana c’era l’indicazione della Domenica delle Palme ma per vari motivi in diverse Diocesi, in diversi Paesi, si celebrava in altre date tra cui quella della domenica di Cristo Re. C’è un legame con Cristo Re perché, proprio nella domenica delle Palme, Gesù viene acclamato come Re. Dopo che papa Francesco ha scelto questa data abbiamo scoperto che Giovanni Paolo II, a conclusione dell’Anno Giubilare della Redenzione del 1984, ha convocato i giovani a un incontro in occasione dell’Anno Internazionale della Gioventù (1985), che ha segnato l’inizio del cammino delle GMG annunciando questa convocazione nella domenica di Cristo Re del ’84. Quindi, alla genesi delle GMG già c’era in qualche modo l’idea di Cristo Re, perchè il papa ha chiesto ai giovani di essere portatori del Regno di Cristo nel mondo.
Nel documento si dice che la GMG è una «esperienza di pellegrinaggio»…
Si parla molto del pellegrinaggio della GMG, ma non è necessariamente un pellegrinaggio verso un luogo santo. A volte è un pellegrinaggio per entrare nella Terra Santa che è il cuore di ogni persona e di ogni fratello. Non tutte le GMG sono state realizzate in luoghi di pellegrinaggio: un conto è andare a Częstochowa, un conto è andare a Rio de Janeiro o a Panama. Lì qual è il tuo pellegrinaggio per scoprire Dio? È scoprire Gesù nella vita del tuo fratello.