Globalizzazione materia di catechismo

La multiculturalità sarà l'esperienza della Gmg di Madrid. Ma come la Chiesa si esprime a proposito della globalizzazione su Youcat, sussidio ufficiale della giornata mondiale? 
Meeting dei giovani

C’è chi la definisce omologante, chi inarrestabile ed inevitabile, chi utile, anzi indispensabile. Parliamo della globalizzazione che da più parti ed ambiti raccoglie pareri concordi e più volte discordi. Su di essa anche Benedetto XVI si è espresso in più occasioni: «L’economia globalizzata sembra privilegiare la prima logica, quella dello scambio contrattuale, ma direttamente  logica, quella dello scambio contrattuale, ma direttamente o indirettamente dimostra di aver bisogno anche delle altre due, la logica politica e la logica del dono senza contropartita».

 

E la domanda, naturalmente,  non poteva non finire su YouCat, il catechismo ufficiale della prossima Gmg di Madrid che affronta la questione in due punti.

 

(Tratto da YouCat. In neretto si riporta quanto dice il Catechismo della Chiesa cattolica)

 

 

446 Che cosa dice la Chiesa in fatto di globalizzazione?

 

La globalizzazione in sé non è né buona né cattiva, ma è solo la descrizione di una realtà che deve essere plasmata. «Nato dentro i Paesi economicamente sviluppati, questo processo per sua natura ha prodotto un coinvolgimento di tutte

le economie. Esso è stato il principale motore per l’uscita dal sottosviluppo di intere regioni e rappresenta di per sé una grande opportunità. Tuttavia, senza la guida della carità nella verità, questa spinta planetaria può concorrere a creare

rischi di danni sconosciuti finora e di nuove divisioni nella famiglia umana» (Benedetto XVI, CIV).

 

Quando compriamo un paio di jeans a buon mercato, non puo non importarci delle condizioni lavorative in cui sono stati prodotti, se i lavoratori hanno ricevuto o meno un giusto salario. Il destino di ognuno di noi è importante, non possiamo restare indifferenti di fronte alla sventura di nessuno. Sul piano politico ≪urge la presenza di una vera Autorità politica mondiale≫ (Benedetto XVI, CIV) che provveda affinché si possa giungere ad un giusto compromesso fra le persone

dei paesi ricchi e di quelli sottosviluppati. Ancora troppo spesso essi sono esclusi dai vantaggi della globalizzazione e ne devono portare solo i pesi.

 

447 La globalizzazione è un compito esclusivo della politica e dell’economia?

 

Una volta si era convinti che ci dovesse essere una ripartizione dei compiti: l’economia doveva occuparsi dell’incremento della ricchezza, mentre la politica doveva occuparsi della sua ripartizione; ma in tempo di globalizzazione i profitti vengono ricavati da tutto il globo, mentre la politica resta legata ai confini degli stati. Perciò oggi non è necessario solo il rafforzamento delle istituzioni politiche sovrastatali, ma anche l’iniziativa dei singoli e dei gruppi sociali e che essi si impegnino economicamente nelle regioni più povere del mondo non a scopo di profitto, ma per spirito di solidarietà e per amore: accanto al mercato e allo Stato è necessaria una forte società civile.

 

Sul mercato si scambiano prestazioni e merci di pari valore; purtroppo pero in alcune regioni del mondo le persone sono così povere da non aver niente da offrire in sede di scambio, e vengono così lasciate sempre più indietro. Per questo c’è bisogno di iniziative ispirate non solo dalla logica dello scambio≫, ma dalla ≪logica del dono disinteressato≫ (Benedetto XVI, CIV). Non si tratta semplicemente di fare elemosina ai poveri, ma di aprire loro delle vie verso la libertà economica nel senso dell’aiuto ad aiutare se stessi. In questo senso ci sono iniziative cristiane, come il progetto dell’≪Economia

di comunione≫ del Movimento dei focolari, con piu di 750 attivita sparse in tutto il mondo; ci sono anche ≪imprenditori sociali≫ non cristiani, che vivono secondo una logica di guadagno, ma nello spirito di una ≪cultura del dare≫ e con lo scopo di alleviare la poverta e l’esclusione.

 

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