Gli Usa tornano in corsa per l’ambiente

Il neo presidente eletto Biden inverte la rotta firmando nuovi decreti sulla transazione ecologica.

Lo aveva promesso in campagna elettorale. Il neo presidente degli Stati Uniti Joe Biden fa sul serio e nei suoi primi dieci giorni da 46esimo presidente ha già firmato alcuni decreti sulla transazione ecologica. Obiettivo: lotta contro il cambiamento climatico e voltare pagina per segnare la distanza dal precedente inquilino della Casa Bianca.

La decisione che forse fa più audience sui media di tutto il mondo è la decisione del ritorno degli Stati Uniti all’accordo di Parigi sul clima, il patto climatico globale stretto nel 2015, aspramente criticato da Donald Trump. Secondo l’ex presidente – che nel 2017 decise di uscirne –, questo accordo internazionale avrebbe danneggiato l’industria e l’economia americana. L’uscita effettiva degli Stati Uniti è divenuta operativa solo a novembre del 2020, ma per rientrare gli Stati Uniti impiegheranno meno tempo del previsto, poco più di un mese.

Insomma, la musica è cambiata alla Casa Bianca. Non solo in ambito internazionale. Biden infatti è deciso a firmare per una moratoria definitiva su tutte le nuove concessioni per esplorazione e sfruttamento di idrocarburi (petrolio e gas) su tutte le aree sotto responsabilità federale degli Stati Uniti. Uno schiaffo ai petrolieri. Appena insediato ha firmato un primo stop di 60 giorni, tempo utile per rivedere gli studi sull’impatto su clima e ambiente del comparto oil&gas.

E ancora, Biden presenterà una proposta per elevare il cambiamento climatico a priorità rilevante per la sicurezza nazionale e avvierà un ufficio presso la Casa Bianca che dovrà occuparsi solo di questioni di giustizia ambientale. Questa nuova sezione dovrà monitorare eventuali impatti sulle comunità a basso reddito e sulle minoranze. Queste fasce di popolazione infatti tendono a essere colpite in modo sproporzionato dall’inquinamento atmosferico e delle acque e non vengono tenute in considerazione per la scelta di siti sensibili come inceneritori o discariche.

Il neo presidente inoltre incentiverà l’uso della mobilità sostenibile e punterà a tutelare la biodiversità per conservare gli ecosistemi su almeno il 30% delle terre e delle acque di pertinenza degli Stati Uniti nei prossimi 10 anni.

Un piano politico ben preciso, che guarda a 360 gradi sulla sostenibilità ambientale e ha obiettivi lunghi e precisi. Uno di questi la COP, la Conferenza delle parti sul clima, per tornare a far valere la sua diplomazia climatica e permettere così agli USA di rientrare nei giochi in vista della COP26 di Glasgow che si terrà il prossimo novembre.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons