Gli uomini ombra
Carmelo Musumeci - Gabrielli
«L’Assassino dei sogni era appoggiato nel punto più alto dell’isola. Da secoli stava lì sotto la pioggia e il sole e cercava di organizzare la vita delle sue vittime in modo da proibire loro di sognare. Da lassù mangiava l’anima, il cuore e l’amore dei prigionieri».
Un libro duro, scomodo. Forse inaccettabile per i parenti delle vittime di omicidio. Eppure utile per conoscere un po’ da vicino la sorte degli ergastolani a cui è negato ogni beneficio, «non morti e non vivi, tagliati fuori da presente e futuro». Quelli a cui è tolta la speranza, che escono dal carcere solo da morti perché colpevoli di omicidio e/o reati mafiosi. Per la legge non conta il pentimento, ma la disponibilità a collaborare con la giustizia, per cui se non hai qualcosa da offrire non esci mai, anche se per la Costituzione le pene dovrebbero «tendere alla rieducazione del condannato».
Sono racconti amari, violenti, angoscianti, eccessivi, eppure leggendo si attenua il rancore e si comprende che negare a un uomo la speranza significa renderlo schiavo, ucciderlo “al rallentatore”. «Dio, diglielo tu agli umani che una pena che ti prende il futuro per sempre ti leva il rimorso per qualsiasi male uno abbia commesso. Diglielo tu che solo il perdono fa nascere nei cattivi il senso di colpa. Dio, diglielo tu che dopo tanti anni di carcere non si punisce più la persona che ha commesso il crimine, ma un’altra che con quel crimine non c’entra nulla». Un libro duro, che parla di amore in ogni pagina.