Gli Stati Uniti si raccontano

In uscita il primo dicembre Free State of Jones di Gary Ross dove Matthew McConaughey interpreta il disertore Newton Knight che arruola una banda di neri. Sono oltre 50 i film Usa sulla guerra civile
Film Free Staes of Jones

 

Gli Usa hanno una gran voglia di raccontarsi. Da tempo, se si pensa che sono oltre una cinquantina i titoli sulla guerra di secessione, il momento più drammatico della loro storia.  Eccone alcuni: Via col vento, La conquista del West, Glory, La legge del Signore, Soldati a cavallo e Balla coi lupi. Lo stile è ovviamente epico, la Bibbia e il fucile a portata di mano, la lotta contro i “selvaggi” Pellerossa senza tregua per far trionfare la civiltà dell’uomo che si fa da sé stesso. Allora come ora, la storia attuale lo insegna.

Dopo anni di film con la figura eroica – simbolo della nazione incentrata su Dio lavoro (e dollaro) ‒ del presidente, magari rapito ma poi ritrovato, di attentati alla Casa Bianca anche di alieni, il cinema hollywoodiano riscopre lo spirito del Far West.

 

 

Lavori come American Sniper di Clint Eastwood o The Hateful Eight di Tarantino hanno, con il loro stile personale, un timbro decisamente epico, conquistatore contro il male o il pericolo: l’eroe è solitario, talvolta tormentato, ma la legge del più forte e del più coraggioso domina ancora per le praterie canadesi o nei luoghi di missione internazionale.

C’è tuttavia una novità. Stavolta non si tratta di Indiani ma di neri, o meglio, come si dice aspramente, di “negri”. Il genere avventuroso, conquistatore e ribelle spavaldo che lotta per la libertà, ora appartiene agli schiavi che combattono per la redenzione. Uso questo termine anche col significato religioso sottinteso, perché nel cinema degli Usa aleggia persistente un certo spirito cristiano, di marca protestante. Possono anche essere atleti di colore come nel film Race il colore della vittoria che racconta l’impresa dell’atleta Jesse Owens vincitore alle Olimpiadi naziste del 1936 a Berlino, ad affermare sia la forza della propria etnia come il coraggio americano che lotta contro ogni ingiustizia.

 

 

È storia vicina a noi. Ma Hollywood rivisita il passato più remoto.

12 Anni schiavo racconta la vicenda di Salomon Northup, un nero nato nello stato libero di New York, rapito e schiavizzato con crudeltà, ma sopravvissuto a salvare la propria dignità e dopo dodici anni a cambiare la vita sua e di molti lottando per abolire la schiavitù, poco prima della guerra civile. Un kolossal grandioso di 133 minuti (come oggi si usa, i film sono lunghissimi) che esalta l’impresa di un uomo che soffre e vince la sua battaglia contro il male, cioè il razzismo.

Lotta anche Nat, schiavo in Virginia nel film presentato al festival romano lo scorso ottobre, The Birth of a Nation. Titolo ambizioso che vorrebbe riscrivere la storia della nascita degli States con il contributo sofferto dei neri d’America. Un lavoro importante, trionfalistico anche, ma sincero che segna una presa di coscienza – un rimorso? ‒ da parte dei “bianchi” per le ingiustizie commesse verso la gente di colore.

Che un po’ di rimorso covi lo dice il film in uscita il primo dicembre Free State of Jones di Gary Ross dove il carismatico Matthew McConaughey interpreta il disertore Newton Knight che arruola nello stato del Mississipi una banda di neri e di contadini contro le atrocità della guerra civile, dando vita al primo matrimonio misto legalizzato negli Usa. Spettacolo certo nel film, ma soprattutto sentimenti, il che non è poco perché il neo-western come il vecchio tende alla retorica, fatalmente.

Succede anche ad Oliver Stone che da sempre offre una lettura critica sul governo degli States, come appariva nel 2006 in World Trade Center, sui sopravvissuti all’11 settembre. Naturalmente per il suo cinema non si può parlare di neo-western, eppure lo spiritello ribelle e avventuroso fa capolino in personaggi attuali come Edward Snowden, il film in sala dove si racconta con ironia e dramma la storia dell’uomo che ha rivelato al mondo i segreti imbarazzanti della politica americana: traditore per alcuni, eroe per altri, ricercato tuttora.

L’epos c’è tutto nella storia attuale e Snowden alla fine riesce simpatico: altro non è, in ultima analisi, che il sogno americano di individualità fatto persona: solo contro tutti.

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