Gli spagnoli preferiscono il lavoro ibrido
Jobatus (www.jobatus.es) si presenta come un sito web spagnolo «per tutti coloro che vogliono cercare un lavoro e per qualsiasi azienda che voglia pubblicare offerte di lavoro». Il sito dice di pubblicare oltre 304 mila offerte di lavoro di ogni tipo e più di 30 aziende usano il sito per cercare un candidato ideale.
In base all’esperienza maturata lungo gli ultimi dieci anni, gli analisti di questo sito fanno ogni tanto delle interessanti indagini sulle tendenze e i cambiamenti del mercato del lavoro. L’ultima indagine, di pochi giorni fa, conferma una tendenza verso quello che da qualche tempo si definisce come “lavoro ibrido”. Cioè, lavorare alcuni giorni in ufficio e altri a casa.
Il sondaggio su cui si fonda lo studio, con un margine di errore di più o meno il 2,9%, è stato ricavato dalle risposte di oltre 370 mila partecipanti scelti nell’ambito di una «distribuzione proporzionale e rappresentativa» della popolazione spagnola tra 22 e 64 anni, tenendo conto anche di sesso, età, regione di residenza e tipo di occupazione. E i risultati sembrano chiari: «è stato rilevato un gran numero di aziende che hanno stabilito legalmente un modello di lavoro ibrido per i propri dipendenti».
Questo modello di lavoro ha preso consistenza negli ultimi due anni e molte aziende lo hanno implementato perché combina le caratteristiche del lavoro presenziale con quello on line, e garantisce flessibilità alternando giorni in ufficio con giorni a casa. Tra le circostanze che hanno contribuito allo sviluppo del lavoro ibrido, oltre alle restrizioni della mobilità imposte dalla pandemia, emerge ora l’aumento dei prezzi derivato dalla guerra in Ucraina. Cioè, si può risparmiare molto nei trasporti per recarsi al lavoro.
L’inchiesta di Jobatus ha poi differenziato il punto di vista degli impiegati da quello delle aziende, tenendo comunque conto di aspetti comuni, quali le ragioni della scelta, i vantaggi e gli svantaggi delle diverse opzioni, l’ottenimento di risultati, le conseguenze economiche, ecc.
Così, il 78% degli impiegati intervistati si dice a favore del modello ibrido, e il motivo principale è la maggior disponibilità per la famiglia, che consente loro di dedicare più tempo a se stessi e ai propri congiunti. Solo il 13% vorrebbe andare ogni giorno in ufficio.
Dal lato delle aziende, invece, il 65% preferirebbe il telelavoro a tempo pieno, mentre il 35% vedrebbe bene il modello ibrido, e questo perché la flessibilità dell’orario sarebbe un forte incentivo per i lavoratori.
È ovvio che qui non parliamo di qualsiasi lavoro ma di quei lavori che vanno eseguiti in ufficio. Tra questi, i settori che hanno più sviluppato il modello ibrido, secondo il quotidiano El Economista, sono in quest’ordine: vendite, gestione dei progetti, informatica e tecnologia dell’informazione, medicina e salute, contabilità e finanza, marketing, educazione e formazione. Alcuni di questi settori avevano già da tempo introdotto sia il telelavoro sia il lavoro ibrido, mentre quelli legati all’educazione e alla medicina si sono sviluppati a causa della pandemia.
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