Gli imprevisti che rafforzano
Iniziati in Giappone i mondiali di pallavolo femminile. L’Italia, superato qualche problema, prova a recitare un ruolo da protagonista.
Una partenza senza troppe difficoltà con Portorico, avversario tecnicamente poco più che modesto. Poi una sofferta vittoria con l’Olanda, squadra dotata certamente di un tasso tecnico più elevato. Infine un facile successo contro il Kenya, formazione semiprofessionistica in cui giocano otto ragazze che, per riuscire a coltivare la loro passione per il volley, devono anche lavorare come agenti carcerarie in un penitenziario di Nairobi. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Terminati da poco i mondiali maschili, disputati in Italia e vinti dal Brasile, è ora la volta delle donne. Si gioca in Giappone, in attesa che il nostro Paese nel 2014 ospiti la prossima edizione della manifestazione iridata. Le nostre ragazze vengono da un 2009 esaltante, tre manifestazioni ed altrettante vittorie: Universiadi, Campionato d’Europa e Grand Champions Cup. Ma nel Paese del Sol Levante, nonostante il brillante inizio scandito da tre successi, le azzurre non sono indicate come la squadra da battere.
I favori del pronostico vanno soprattutto a formazioni come il Brasile, fortissimo in battuta, e gli Stati Uniti, devastanti in attacco e a muro. O magari in alternativa a Russia e Cina, ma non certo all’Italia. Almeno sulla carta, perché le nostre ragazze negli ultimi tempi hanno dovuto affrontare e superare diverse difficoltà, che ne hanno indubbiamente limitato le potenzialità.
Prima l’addio alla nazionale di Tai Aguero, la fuoriclasse italo-cubana che negli anni passati ha spesso trascinato la squadra azzurra verso tante prestigiose vittorie. Poi l’infortunio dei due liberi titolari, Enrica Merlo e Paola Cardullo. Per la Merlo non c’è stato nulla da fare: lei il mondiale lo sta vedendo da casa, a 10mila chilometri di distanza dalle compagne di squadra. La Cardullo, invece, ha superato solo all’ultimo minuto un problema alla caviglia che però l’ha tenuta lontana dai campi da gioco per tutta l’estate, costringendola anche ad un intervento chirurgico. Infine, lo stop per maternità della centrale Jenny Barazza a meno di un mese dall’inizio del mondiale. In questo caso l’imprevisto è stato “più gradito”, ma non si possono comunque nascondere le difficoltà del nostro commissario tecnico Massimo Barbolini nel dover continuamente rivedere l’assetto della formazione da mettere in campo.
Nonostante tutto, le prime partite di questo mondiale, pur tra qualche inevitabile alto e basso, hanno mostrato un’Italia determinata, capace di sopperire con un elevato spirito di squadra anche all’assenza, contro Portorico ed Olanda, della schiacciatrice Francesca Piccinini, una delle ragazze più esperte (faceva parte della formazione che vinse il campionato del mondo del 2002), che ha giocato un piccolo ritaglio di gara contro il Kenya e che dovremmo vedere più spesso in campo nei prossimi giorni, quando le azzurre saranno chiamate ad affrontare avversari sempre più ostici.
Eh già, con tanti recenti imprevisti la nostra squadra non è certo indicata dagli addetti ai lavori tra le principali favorite del torneo. Ma spesso sono proprio le difficoltà che cementano un gruppo, rendendolo ancora più forte. Sarà così anche questa volta?