Gli elementi identitari del Sessantotto

Dalla cosiddetta liberazione sessuale alla creatività e ai nuovi consumi: le istanze che segnarono questo movimento internazionale hanno influenzato la società dei decenni successivi, dando il via alle discussioni etiche-politiche (famiglia, divorzio, inizio e fine vita...) che ancora oggi dividono l'opinione pubblica.

(Leggi la prima parte dell’articolo: Cosa fu il Sessantotto?)

Quali erano quelle istanze che segnarono l’identità del Sessantotto e, allo stesso tempo, la distanza dai due blocchi culturali egemoni, quello marxista e quello borghese? In primo luogo la sessualità.

La cosiddetta liberazione sessuale (che non fu propriamente liberatoria), implicava nuove forme abitative comuni, diffusione di alloggi di fortuna, di centri di incontro (anche se appena pochi anni prima, nel 1964, Gigliola Cinquetti vince Sanremo con Non ho l’età). La “liberazione” veniva esibita mediante mode rivoluzionare: jeans, abiti usati, minigonna, eskimo, abiti di civiltà “altre”: arabi, indiani, a cui si affiancava la produzione artigianale di borse, collanine ecc.

In secondo luogo, il movimento fu caratterizzato da grande creatività. Tutta l’arte aveva due caratteristiche: un impegno civile, da un lato, e luoghi di espressione libera come garage, cantine, edifici occupati ecc. in cui esprimere teatro, musica o proiezioni cinematografiche. Il movimento diede vita, quindi, ad uno sperimentalismo che a livelli più alti favorì la nascita della cosiddetta neoavanguardia (accompagnata da largo uso di droghe, soprattutto in Europa). Ma grande attenzioni fu posta anche alla cultura popolare e folklorica, che incoraggiò i viaggi di conoscenza mediante mezzi poveri come l’autostop, il campeggio o la nascita di organizzazioni di turismo alternative. Le mete erano soprattutto le culture latino-americane, Cuba in primis, o l’Oriente.

In terzo luogo, la cultura vide lo sviluppo di nuovi consumi. Nacquero una miriade di giornali, ciclostili, manifesti diffusi al di fuori dei tradizionali canali di distribuzione. Furono fondate nuove case editrici (anche Città Nuova nasce in quel periodo) e la produzione musicale vede la nascita dei cantautori (il Nuovo Canzoniere Italiano di Dario Fo), con le canzoni di protesta.

Intorno a questi tre grandi grumi tematici si costruisce una demarcazione identitaria che influenzerà il patrimonio sociale dei decenni successivi. In modo particolare, si diede il via a quel tema bio-politico (famiglia, divorzio, aborto, fine e inizio vita ecc.) che accompagna e divide ancora oggi l’opinione pubblica delle nostre società.

Ma due sono le innovazioni culturali che hanno lasciato un segno importante e carico di speranze per l’oggi. Il primo, in ambito scientifico, è la nascita di un’alternativa alla psicologia freudiana e a quella comportamentista, cioè la cosiddetta psicologia umanista. Tale orientamento, a differenza degli altri due, attribuisce all’intenzionalità del soggetto una funzione centrale nella psiche umana, ovvero alla ricerca del significato profondo da dare alla vita, che è diventata la radice di quella “coscienza psicologica”, la quale ha soppiantato la “coscienza ideologica”.

Il secondo è la nascita del movimento Open Source, cioè di quell’etica della condivisione e messa in comune dei beni materiali, di cui la tecnologia della comunicazione ne è l’espressione più autentica. Tale etica ripropone realisticamente il tema dei beni comuni e rappresenta una alternativa possibile alla tendenza monopolista dei giganti della comunicazione e della nuova forma del capitalismo globale.

Le lotte anticolonialiste, il movimento per i diritti civili (per i neri, per i malati mentali ecc.), il movimento pacifista, il movimento antinucleare, il movimento femminista, il movimento contro le discriminazioni dei disabili, il movimento ecologista e il movimento per i diritti degli animali, sono tutti testimonianze del nuovo valore che la coscienza psicologica attribuiva alle relazioni intime, all’introspezione, alle prospettive multiculturali e all’accettazione incondizionata dell’altro. Tali sensibilità, che hanno cambiato la società e la politica, non sarebbero potute nascere se non ci fosse stato il Sessantotto. Con i suoi effetti luminosi e i suoi lati oscuri.

 

 

 

 

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